Si va verso la richiesta di archiviazione per Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Maria Elena, indagato nel filone dell’indagine aretina su Banca Etruria. È quanto trapela da fonti vicine alla procura. Lo scrive il Messaggero
Il filone in cui è coinvolto Boschi riguarda la liquidazione di circa 700 mila euro concessa all’ex direttore generale dell’istituto bancario aretino, Luca Bronchi.
La liquidazione era stata approvata dall’ultimo cda guidato da Lorenzo Rosi, di cui faceva parte come consigliere Pierluigi Boschi. In un provvedimento di sequestro, però, il gup di Arezzo individuò come possibili responsabilità solo il presidente Rosi e il direttore generale Luca Bronchi.
Per quel che riguarda gli altri filoni, a ottobre comincerà il processo per bancarotta a venti componenti dei cda guidati da Elio Faralli e Giuseppe Fornasari, in carica dal 2008 al 2011. Le richieste di costituzione di parte civile sono circa duemila. All’apertura del processo sarà anche esaminata la possibilità di riunificare l’altro filone, quello cosiddetto ‘bancarotta bis’, che vede altri 26 imputati tra ex dirigenti e sindaci revisori, in alcuni casi coinvolti in entrambi i filoni, accusati di finanziamenti ‘facilì concessi ad alcune società.
Un ulteriore filone, per truffa, vede una trentina di ex direttori di filiale e cinque dirigenti alle prese con il processo a citazione diretta davanti al giudice monocratico. Infine, la parte relativa all’ostacolo alla vigilanza. Il procuratore Roberto Rossi ha presentato ricorso contro l’assoluzione, davanti al gup, dell’ex presidente Giuseppe Fornasari, dell’ex direttore generale Luca Bronchi e del dirigente David Canestri.