Libero 5 Aug 2017 ALESSANDRO GONZATO
Se c’è una cosa che non manca agli africani è il ritmo nel sangue. Fin da piccoli ogni momento importante della loro vita è scandito da un ballo: ci sono danze apposite per festeggiare le nascite, altre per celebrare i matrimoni, altre ancora per i funerali.
C’era dunque bisogno che il comune di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, si facesse dare 200mila euro dall’Unione Europea per «l’inclusione di rifugiati e migranti attraverso iniziative di danza e di movimento»? No, il caldo asfissiante di questi giorni non c’entra. La notizia è comicamente reale: è tutto scritto a chiare lettere nella variazione di bilancio dell’amministrazione guidata dal sindaco Dem Riccardo Poletto.
L’agenzia esecutiva europea per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura (Eacea), ha comunicato al Comune di Bassano l’aggiudicazione del bando per il progetto «Migrant Bodies – Moving Borders». Ma come ha fatto il Comune ad accedere a questi fondi? Semplice: li ha richiesti usando come grimaldello «Opera Estate Festival Veneto», storica manifestazione di danza, musica, teatro e cinema. Ha utilizzato (legittimamente) un’eccellenza del territorio per scalare la graduatoria e uscirne vincitore.
«Il progetto», si legge sul sito di Opera Estate, «prevede che un gruppo di artisti della danza entrino in dialogo con scrittori, registi, organizzazioni e associazioni che operano con i profughi, con le università, coi membri delle organizzazioni partner, con esperti e cittadini. I migranti e i profughi» prosegue la spiegazione «saranno invitati a partecipare a classi di danza, a eventi e performance, prendendo così parte alla vita culturale della comunità locale, e vivendo un’esperienza condivisa coi cittadini, nei teatri e nei contesti artistici».
Ma c’è di più. Oltre al «Migrant Bodies – Moving Borders», il progetto della durata di 24 mesi – prevede anche le «Moving Borders walks», ossia passeggiate guidate durante le quali «i cittadini, i migranti e i rifugiati cammineranno insieme riscoprendo la città in cui vivono sotto altre prospettive». Insomma, tutti mano nella mano avanti e indietro per il ponte di Bassano e su e giù per le Prealpi venete in nome dell’inclusione.
«Con quei 200mila euro» dice a Libero l’assessore veneto al Lavoro, Elena Donazzan (Fi) «si potevano finanziare 80 tirocini per i nostri giovani nelle aziende del territorio. È scandaloso!». La Regione concede da sempre il patrocino al Festival, ma quest’anno, dopo aver scoperto il bando europeo, potrebbe ritirarlo: «Un’iniziativa del genere» sottolinea l’assessore «è totalmente contraria al nostro indirizzo politico». Protesta anche il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, il bassanese, Nicola Finco, che si complimenta ironicamente col sindaco di Bassano per aver organizzato «la prima edizione di «Ballando con il profugo». «Da Bruxelles» aggiunge «potevano arrivare risorse importanti per il turismo o a favore dell’occupazione». E invece, in aggiunta ai 200mila euro per far danzare e passeggiare i migranti, il Comune di Bassano se ne è aggiudicati altri 31mila allo scopo di far conoscere al pubblico la cultura gender grazie a cinque «dance makers», ad altrettanti drammaturghi, e a 50 giovani danzatori.