“Tre sono stati gli aspetti che ho dovuto affrontare quando mi sono insediato. Il rischio concreto che alcuni talenti della Rai potessero andare via dall’azienda, una situazione sui conti del 2018 difficile e la bocciatura avvenuta due settimane prima il 22 maggio del piano news comprensivo anche della parte web”. Lo ha il direttore generale della Rai , Mario Orfeo, nel corso dell’audizione in Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.
“Il nuovo contratto di servizio – ha aggiunto Orfeo – rappresenta la prima applicazione della convenzione decennale che prefigura la costruzione di un servizio pubblico in grado di rapportarsi in modo ancor più chiaro e trasparente con i cittadini italiani. Il contratto, infatti, su cui già abbiamo iniziato a lavorare con il Mise, dovrà rispondere a più obiettivi strategici tra cui l’estensione del perimetro della missione di servizio pubblico affidata a Rai: da radiofonico e televisivo ora anche multimediale, in parallelo con il processo di trasformazione in media company”.
Per Orfeo, la questione principale riguarda il canone, più importante “fonte di finanziamento della Rai, che ha visto negli ultimi anni una serie di misure specifiche. I ricavi da canone nel 2017 si riducono di circa 140 milioni di euro rispetto al 2016, mentre nel 2018 la diminuzione dovrebbe attestarsi a circa 170 milioni di euro. Tale riduzione di risorse, accompagnata da un mercato pubblicitario ancora debole ed incerto, porta la gestione operativa in forte tensione con una previsione per il 2017 di sostanziale pareggio a cui siamo arrivati faticosamente tagliando nell’ultimo mese e con un 2018 – immaginato con canone a 90 euro – in perdita per 80/100 milioni di euro a seguito della presenza dei costi dei grandi eventi sportivi (Mondiali di calcio e olimpiadi invernali). Pertanto, le risorse a disposizione di Rai risultano non essere coerenti con l’attuale assetto industriale e con la relativa struttura dei costi della Rai”.
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