REGGIO EMILIA – La Dimora d’Abramo, principale attore dell’accoglienza dei migranti in provincia di Reggio Emilia, ha chiuso il bilancio 2016 con un fatturato di 14,5 milioni (era a 7,8 nel 2015), un milione di utile (erano 900mila euro nel 2015) e una ripartizione di 65mila euro tra i soci. Il bilancio è stato approvato all’unanimità dai soci (attualmente 36, di cui 32 soci-lavoratori).
I costi più elevati si sono registrati nella prima fase dell’accoglienza dei richiedenti asilo.
“Una fase – spiega Codeluppi – in cui si registrano le più accentuate emergenze, legate agli screening sanitari e psicologici, verifica del grado di alfabetizzazione, all’avvio della scolarizzazione, all’ospitalità in albergo (nei primi mesi dall’arrivo), e alla copertura delle spese sanitarie: in quanto definite “inoccupate”, infatti, le persone sono chiamate al pagamento delle prestazioni”.
Codeluppi ha spiegato che le risorse messe a riserva “sono generate dalle diverse attività educative, scolastiche, di accoglienza e di mediazione gestite dalla Dimora d’Abramo e vanno a rafforzare quella patrimonializzazione che è necessaria per garantire continuità agli investimenti sia a fianco dei richiedenti asilo che di tante famiglie reggiane in condizioni di difficoltà”.