In luogo di un obiettivo da tempo raggiunto da quella tedesca, l’economia italiana tornerà a livelli pre-crisi soltanto a metà del prossimo decennio. Lo scrive il Fondo monetario internazionale in uno studio dedicato alla zona euro, al termine della missione ‘article IV’.
Commentando le proiezioni sulla crescita diffuse ieri con l’aggiornamento del World Economic Outlook — 1,9% per il 2017 e 1,7% per l’anno prossimo da rispettivi 1,7% e 1,6% delle stime di aprile — il Fondo scrive che locomotiva della zona euro rimarranno Germania e Spagna, mentre più contrastata sarà la dinamica di Italia e Francia.
Il caso italiano è ben più grave di quello francese in considerazione dell’elevato debito. Insieme a Portogallo e Spagna, l’Italia ha margini di manovra limitati in termini di politica fiscale.
La Bce invita inoltre i Paesi altamente indebitati a non lasciarsi sfuggire l’occasione di intervenire finché ancora in tempo” scrive il Fondo.
Ultimo ma non trascurabile il monito Fmi sul decumulo delle sofferenze delle banche italiane, che procede a ritmo troppo lento. Rispetto al picco 2015 di 324 miliardi di euro, i ‘non performing loan’ delle banche italiane sarebbero calati soltanto di circa 5%.
Con l’euro e con i demenziali vincoli europei ci riprenderemo dalla crisi del 2008 nel 2025.