Migrante in bici pure sulla A11 a Chiesina Uzzanese: e ora sospendete anche noi!

di Aldo Grandi

Ecco qua. Anche a queste latitudini ci sono clandestini che viaggiano sull’autostrada in bicicletta per colpa di chi, Laura Boldrini in primis, ha permesso una invasione incontrollata come quella che stiamo vivendo.

Due poliziotti, ai quali va la nostra incondizionata solidarietà e l’appoggio derivante dal pensarla allo stesso modo, sono stati sospesi dal lavoro dai servi sciocchi ligi allo stipendio dorato e alle direttive di una classe politica di inetti, incapaci e inutili oltreché dannosi pseudorappresentanti del popolo italiano.

Se un italiano andasse in bici sull’autostrada sarebbe multato, arrestato, imprigionato e buttata via la chiave. Invece se lo fanno i clandestini voluti da Matteo Renzi, da papa Bergoglio e dalla Boldrini, nessuno interviene anzi, viene considerata una inevitabile conseguenza di ciò che sta accadendo.

E’ uno schifo e qui non si tratta di razzismo, ma di pretendere che questa società, già allo sfascio, non finsca in tragedia dopo essere precipitata nella farsa e nella commedia.

Questo clandestino è stato ripreso mentre in bici sta per uscire al casello autostradale di Chiesina Uzzanese. Se un’auto lo investisse, se accadesse qualcosa che coinvolgesse automobilisti, che cosa accadrebbe? Polizia, assicurazioni, magistratura che cosa farebbero allora?

Stiamo marciando verso il caos e se la presidente della Camera tanto ha fatto o ha detto per far sospendere i due agenti, bene, visto che noi non siamo agenti di polizia né carabinieri, vediamo se sospende anche noi dal nostro lavoro quando diciamo a voce alta e scriviamo che lei è la principale responsabile della tragedia umana e dell’invasione, della sostituzione etnica cui l’Italia sta andando incontro. Ha parlato di clandestini e di risorse umane, di stili di vita importati in Italia da cui dovremmo prendere esempio: cara Boldrini, si auguri di non doverci mai incontrare. Glielo diciamo di tutto cuore: le grideremmo in faccia tutto il nostro disprezzo di italiani.

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