Ha suscitato non poche polemiche la paventata ipotesi che la città di Civitavecchia diventasse un hotpost per accogliere migranti. Prima una riunione in Prefettura per trovare soluzioni atte ad alleggerire la condizione dei porti siciliani e calabresi in riferimento ai numerosi sbarchi degli ultimi giorni, poi il sopralluogo al molo 28 del porto di Civitavecchia perché probabile hotspot.
E così le prime reazioni già nella giornata di venerdì 14 luglio quando il sindaco pentastellato, Antonio Cozzolino, ha sottolineato a gran voce dalle pagine Facebook:
“Il porto di Civitavecchia non è pronto per accogliere un hotspot e se il ministero continuerà con decisione su questa pericolosa strada, dovremo affrontare un’emergenza difficile, se non impossibile, da gestire”.
E proprio ieri con lo sbarco di circa 5000 migranti in altri porti italiani, in un clima di assoluta emergenza, il primo cittadino di Civitavecchia ha commentato:
“Invito il ministro Minniti a rivedere la sua decisione che non tiene affatto conto del contesto territoriale, ricordando che la città ha deciso di fare doverosamente la sua parte in materia di accoglienza aderendo al programma SPRAR per il quale delibereremo a settembre”.
Va all’attacco il vice presidente della Camera Luigi Di Maio: “proprio ieri – sottolinea Di Maio – abbiamo scoperto dal nostro sindaco di Civitavecchia che il primo porto turistico italiano sta per diventare un hotspot ulteriore. Si stanno già muovendo, anche se proveranno a fare hotspot occulti”.
“Impensabile. Si creerebbe danno economico e occupazionale”
In totale disaccordo rispetto all’idea dell’hotspot anche il consigliere comunale Massimiliano Grasso (Lista Civica La Svolta) che ha ricordato la disponibilità di Civitavecchia nel 2011 quando all’interno dell’ex caserma De Carolis è stato allestito un CARA (centro assistenza richiedenti asilo) temporaneo. “E’ impensabile – ha commentato Grasso – si creerebbe un danno economico e occupazionale al porto e alla città considerato che proprio per la banchina 28 c’è una partita aperta con la Grimaldi per l’implementazione del traffico merci”. Il dito è puntato anche contro le tempistiche: “Per quanto tempo dovrebbero restare? Quante persone dovrà accogliere?”. “La decisione di utilizzare il porto di Civitavecchia per lo sbarco dei migranti sembra frutto di un colpo di sole date le temperature torride di questi giorni”, è stato invece il commento di Pietro di Paolo, consigliere regionale Identità e Territorio.
“Non sono previsti sbarchi di migranti”
Intanto, nella serata di ieri, una nota della Prefettura di Roma ha calmato gli animi. “Allo stato, non sono previsti sbarchi di migranti nel porto di Civitavecchia, le misure organizzative in corso hanno lo scopo di approntare un sistema di accoglienza efficace, nell’eventualità che tale circostanza si verifichi”.
Hotspot provvisorio per alleggerire la pressione che grava sui porti siciliani
Non ci sarà – si specifica, però all’ANSA da fonti qualificate – un hotspot permanente a Civitavecchia, ma il porto della città laziale potrà essere utilizzato per alleggerire la pressione che grava sui porti siciliani per l’arrivo delle navi cariche di migranti. Altre strutture provvisorie potrebbero essere previste anche in Calabria e a Salerno, nei porti di approdo di navi con a bordo migranti, ma pure in questo caso non si tratterà di strutture permanenti, ma di centri temporanei di prima accoglienza dove avranno luogo le procedure di identificazione. Gli hotspot permanenti attivi al momento restano quattro – Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto – ma l’alto numero di sbarchi di questi giorni ha reso indispensabile la previsione di struttura temporanee nei porti di approdo delle navi che stanno portando in Italia migliaia di migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale.