Ha pienamente ragione il nostro valente Filippo Facci a definire stupida la legge proposta dal dem Fiano che vieta lo spaccio e il possesso di gadget commemorativi del fascismo. Oltre che stupida e pure ridicola, rivela la salute mentale e il livello culturale di chi intende approvarla. A meno che si tratti di un ingenuo diversivo finalizzato a distogliere l’attenzione della opinione pubblica dai problemi drammatici che presentemente affliggono l’Italia.
È in atto una violenta polemica sulla incapacità del governo di gestire l’invasione inarrestabile degli stranieri, una vera e propria emergenza. Si dice che la sinistra sprovveduta si sia addossata la responsabilità di organizzare i salvataggi in mare e trattenere i migranti nel nostro Paese di Pulcinella, e che ora si arrabatti nel tentativo di porre riparo agli errori commessi. C’è poi la questione finanziaria: siamo asfissiati dalle tasse e da un debito mostruoso in costante aumento. L’economia di conseguenza non tiene il passo con quelle europee.
Insomma dovunque posiamo lo sguardo scorgiamo una grana, e come reagisce l’orchestrina diretta da Gentiloni? Suona il piffero stonato dell’antifascismo antiquato e becero. Ipotizza di punire con anni di carcere coloro che in qualche modo (non si precisa quale) alimentano l’apologia del regime defunto 70 anni fa, lasciando ai pochi sopravvissuti, testimoni dell’epoca, confusi ricordi per giunta storpiati da una storiografia dilettantesca.
Si considerano minacce per la democrazia bottiglie di vino modesto etichettate con l’effigie di Benito Mussolini, orologi scadenti che sfoggiano nel quadrante il testone del Duce con elmetto d’ordinanza. Paccottiglia patetica, con qualche valenza ironica, cui si attribuisce una inesistente forza propagandistica capace di risuscitare i famigerati manipoli manganellatori e dediti a far ingoiare olio di ricino ai compagni. I quali non si rendono neppure conto che così possono ricostruire un pizzico di simpatia verso le camicie nere e molta antipatia per quelle rosse che, quando sono in difficoltà, disseppelliscono un nemico ridotto a scheletro.
Un tempo chi dava la caccia ai fantasmi veniva rinchiuso in manicomio, adesso è accolto in Parlamento dove poi si diletta a scrivere leggi comiche, autentiche barzellette. Nell’arte di ingigantire una mosca, trasformandola in aquila agli occhi del popolo, svetta la Repubblica che ieri è riuscita nella impresa di dipingere un bagnino di Chioggia quale dittatore da spiaggia, uno con oratoria trombonesca e con piglio cameratesco in grado di risvegliare il disciolto partito del Mascelluto. Una operazione buffonesca con la quale le spedizioni punitive, di cui erano specialiste le squadracce, si sono evolute nei metodi, passando dagli sfollagente ai giornali impugnati come randelli.
Il povero bagnino di Chioggia, un mite nostalgico che non ha mai fatto male ad alcuno, di nome Gianni Scarpa, è stato spolpato vivo perché accusato di affittare sdraio (del ventennio?) e di appendere nel proprio stabilimento balneare frequentatissimo cartelli duceschi recanti slogan di questo tenore: «Zona ad alta frequenza di gnocche». Roba ideologica elettrizzante. Secondo avviso: «Non rompete i coglioni. Massima educazione antidemocratica e a regime». Dove è lo scandalo?
Scarpa è stato denunciato e sarà iscritto nel registro degli indagati. Linciato dai quotidiani progressisti, sarà presto costretto a chiudere l’attività, nonostante sia assai produttiva, e avremo qualche disoccupato in più grazie all’antifascismo di maniera.
A Fiano, capo partigiano fuori stagione, ci limitiamo a chiedere perché ritiene sia il caso di combattere i simboli patetici del Duce (maiuscolo, caro proto), imprigionando chi li maneggia, mentre non fiata per criticare quelli di Stalin che non mi pare si sia comportato meglio del collega. Se il dirigente del Pd avesse dei dubbi, gli consigliamo di leggere, se sa leggere, la biografia di baffone, molto istruttiva. A Fiano occorre rammentare cosa fossero i gulag, cosa accadesse in Siberia, il disastro della Unione Sovietica e dei suoi satelliti. Mai sentito parlare di sterminio di ebrei in Russia e dintorni? Episodi irrilevanti? Dia una scorsa ai libri di un tal Solgenitsin, cui Giorgio Napolitano dedicò un saggio denigratorio.
Prima di varare leggi cretine bisognerebbe almeno informarsi sulla materia che si affronta. Altrimenti si rischia di fare una figura di merda. Giusto, Fiano e soci?
di Vittorio Feltri – – LIBERO