Migranti qua, migranti lĂ , se famo du spaghi. Migranti sĂŹ, migranti no, la terra dei vaghi.
LâAustria si blinda. Il confine. Mica scema. Se lâItalia non riuscirĂ a ridurre lâemorragia di viandanti verso le proprie coste, il Paese transalpino schiererĂ i blindati al Brennero, in buona sostanza, alzerĂ âsimbolicamenteâ la voce per tutelare i propri limiti geografici, che un tempo significavano ben piĂš di unâinterrogazione di geografia alle scuole medie. Quei confini, ancora prima di essere lâanticristo della modernitĂ , erano le mura di una casa, di una famiglia, di cittadini uniti sotto la stessa bandiera, non di coinquilini appartati nello stesso condominio.
LâAustria blinda i confini. E fa bene. Si parla di 750 soldati e quattro veicoli blindati giĂ inviati al Brennero lo scorso fine settimana.
Minniti, invece, lâitalianissimo Ministro degli Interni, rimane sorpreso:
âCome risulta evidente non câè alcuna emergenza al valico del Brennero e i rapporti di cooperazione con la polizia austriaca funzionano perfettamente. Si tratta, quindi, di una iniziativa ingiustificata e senza precedenti che se non immediatamente corretta comporterĂ inevitabili ripercussioni nella cooperazione in campo di sicurezza tra due Paesi che hanno fatto dellâamicizia e delle positive relazioni transfrontaliere un elemento fondamentale dei loro rapportiâ.
âLâamiciziaâ. Aver forzatamente portato due ministri ad un vertice forzato in cui forzatamente si è dovuto firmare un protocollo dâintesa, forzata anchâessa, dopo una guerra fratricida, di cui, guarda caso, ricorrono i cento anni, tra sorrisi forzati e qualche stambecco, lassĂš in montagna, forzatamente tutelato in una riserva, da un forzato incontro burocratico, è amicizia? Evviva lâamicizia nellâepoca degli uomini nuovi!
Allora Italia, ti racconto una barzelletta, che fu di Gigi Proietti, ma in fondo, appartiene alla saggezza popolare, e te la voglio raccontare cosĂŹ comâè; perchĂŠ la durezza del linguaggio è lâerotismo del coraggio:
âAvvocato: Dunque, io ho dato unâocchiata a tutti questi incartamenti e qui possiamo parlare papale papale, da omo a omo.. tanto non ce sente nessuno. Qui, dunque, qui.. sâinculamo, proprio de brutto.. Qui sâinculamo.. eeeeh qui glâho mettemo ar câŚo tzè! Pure qui sâinculamo perchÊ⌠Eeeeh qui sâinculamo.. Qui, ma che cazzo hai combinato?? Qui te se ânculano è! E pure qua, qui te se ânculano! Qui te se ânculano, qui sâinculamo noi, qui sâinculamo, qui sâinculamo, qui sâi stranculamo proprio! E qui te se ânculano a te! Qui te se ânculano, pure qui te se ânculano.. per quanto qui sâi potemo ânculĂ noi, poi vediamo lasciame lavorĂ ! Qui sâinculamo noi, qui sâinculamo noi, qui te se ânculano!
Cliente: Fermo mpoâ⌠Posso fĂ na domanda avvocĂ ?? Ma quando dovemo ânculĂ semo sempre ndue e quando me se ânculano soâ sempre solo?? No pe sapĂŠ è⌠che me regolo!!â
Ebbene Italia, siamo alla morale: come mai, quando si tratta di applicare la legge sovranazionale, di seguire âcaldamente il consiglioâ della poltiglia burocratica europea di applicare le sanzioni alla Russia, pur sapendo di giocarsi un partner economico importante, ti tocca farlo â con rigorosa leccatina di culo di servizio in pubblico vertice â e quando stai per essere invasa pacificamente â per caritĂ , non vorrei turbare lâanimo di alcuno â sostituita, sommersa, rischiando il tracollo, ti tocca fare tutto da te?
Per esempio, ti tocca trovare una soluzione per questi benedetti migranti, tenere buono Tajani al Parlamento Europeo, e bloccare i flussi migratori altrimenti lâAustria si offende e dĂ il via al secondo tempo della Prima Guerra, schierando i militari al Brennero, riposizionando i cannoni sul monte Grappa. Cosa aspettiamo Italia? Che Diaz invii masse di marmocchietti, neanche diciottenni, ahi loro, da far crepare ancora una volta tra le baite e i resort montani dove cucina Cannavacciuolo con la scusa di fare scudo per fare la Patria? Che poi, a saperlo che avrebbe fatto questa fine, era meglio che a quei ragazzi del â99, gli dicevamo di rimanere in Calabria o a Viterbo a fare lâamore con le proprie fidanzatine.
Ma la questione non esula, ed anzi va ad infilarcisi, da unâunica grande constatazione â liberatoria, nei tempi della censura preventiva -, che cade a fagiolo nelle ore in cui salutiamo per lâultima volta Paolo Villaggio: lâEuropa è una cagata pazzesca. Una corazzata post-umana, una colla di trattati che la rendono lenta e pesante come una vecchia prostituita arcigna.
Ma che Unione è? Unione di cosa, abbiate pazienza? Senza entrare nel club prive dei massimi sistemi, semplicemente come constatazione empirica, che nasce dallâosservazione di un pensatore o di un umile impiegato delle Poste. Ora, posso capire che la filosofia, lâesito delle idee, la sovranitĂ degli uomini, la cancellazione di volti, identitĂ , storia e memoria, scomode alla religione laica del progresso â che pretende un uomo-drone di Amazon, mero mezzo di produzione, che nellâutilitĂ come parametro di giudizio, nel pensiero uniformato e nel materialismo affoga i suoi capricci â viste come una distrazione, possa annoiare i piĂš e, per cause fortemente indotte, sia discussione lontana dalla quotidianitĂ europea â porremo rimedio anche a questo, statene certi⌠-, ma almeno gli effetti deleteri reali, concreti, quelli che incidono nella quotidianitĂ e nella sfera tangibile, vicina, prossima delle masse che popolano le lande di questo mammut malato, possano creare un attimo di scompiglio e magari, far porre qualche domanda. E forse qualche riflessione.
Unione? Dove ognuno pensa a tutelare se stesso, dove ognuno è pronto a rinnegare quel vicino che prima lo ha sostenuto e poi si è visto arrivare un calcio in faccia. Dove le Nazioni sono e poi non sono, dove viene abortita la millenaria storia condivisa. Dove la burocrazia supera le necessitĂ degli uomini, dove si riscrive lâetica ma non câè cultura comune, dove si vuole prima scimmiottare i grandi Usa del progresso, dello âhighest standard of livingâ, e poi ci si vuole competere, perchĂŠ, in mezzo al caâŚstrum, e con le possibilitĂ minerarie, finanziarie, quasi con la stessa popolazione, si può contare qualcosa come blocco mondiale. Se il parametro di giudizio non sono le civiltĂ , ma la speculazione, il profitto, lâutilitĂ , la sterilizzazione dei popoli europei, da resettare nellâanimo, regredendo dallâuomo-sovrano, allâuomo-massa â quel campione sociale che non valuta se stesso, di orteghiana memoria â asettico, standard, replicante, nannimorettiano, che non si noti alle feste, allora questa, pardon, non è unâunione ma una societĂ ; pertanto si abbia il coraggio di chiamarla cosĂŹ: SocietĂ Europa.
Spunta la piccola certezza. Il ritorno alla Nazione, non câè niente da fare, è una necessitĂ . E siccome questo tempo giudica tutto alla luce dellâutilitĂ da cui trarre guadagno, la nazione, seppur ammodernata come senso, ma ugualmente spinta di una gente verso lo stesso ideale, casa, Patria, identitĂ comune, è utile per la sopravvivenza degli individui, siano essi popolo o meri condomini, come gli italiani, per questioni storiche o indotte. Un profitto utile per le masse che per essere sovrane si affidano alla porca politica e non piĂš a se stesse. Ad esempio, la Ue, testimonianza dellâultimo vertice, se ne strafotte della ridistribuzione dei migranti, con un Parlamento mezzo vuoto â e non solo⌠-. CosĂ o interviene la nazione, bilanciando il potere sovranazionale, con armi che ha in dotazione, di cui deve solo riscoprire lâessenza, poichĂŠ la potenza è nulla senza controllo â vero Movimento 5 Stars? â , o tutto muore, lentamente, nichilisticamente, nella negazione dellâessere e dellâesser stato, in ambo i sensi.
Come lâAustria o chi simile ad essa. Non si può cazziare lâAustria perche tutela i propri confini, si deve sovvertire il capitanato italiano che non è capace a difenderli.
Spunta lâaltra certezza piccina, picciò. Come si può pretendere di integrare con successo altre civiltĂ , con cui di certo non sempre è scorso buon sangue storicamente, quando abbiamo disimparato la nostra integrazione millenaria naturale e non sappiamo integrarci spiritualmente, carnalmente, culturalmente, e non solo economicamente, tra noi stessi?
Però mettiamoci dâaccordo. Quando le nazioni contano e quando no? Quando le comunitĂ di uomini e di idee, le storie i volti, contano e quando no? Quando i confini servono e rappresentano qualcosa e quando no? Al prossimo CdA europeo, mettiamolo almeno allâordine del giorno âsto benedetto passaggio, daiâŚ
LâAustria non vuole i migranti, mette i soldati al confine, se ne frega dellâItalia, alza la voce con lâEuropa istituzionale, se necessario. LâEuropa la alza col lâItalia e le promette un centro di coordinamento in Libia che, semmai esisterĂ realmente, sarĂ operativo nel 2587, mentre solo oggi stanno sbarcando altre centinaia di ragazzoni, di uomini, donne e minori. LâItalia sâincazza, fantozzianamente, col coraggio dei vili, come quella volta che Fantozzi prese le palle in mano, salĂŹ sul palco, andò da Guidobaldo Maria Riccardelli, e gli disse davanti a tutti che la corazzata PotĂŤmkin â alias Kotiomkin â è una cagata pazzesca.
Proprio come lâItalia di oggi. Proprio come lâEuropa di oggi.
dal blog di Emanuele Ricucci — il giornale

