Due molotov sono state lanciate contro un albergo destinato ad ospitare “profughi”. E’ accaduto la notte tra venerdì e sabato a Vobarno, in provincia di Brescia all’interno dell’albergo, attualmente chiuso al pubblico, Eureka.
Danni alla struttura che sarebbe stata individuata per dare ospitalita’ a 35 “richiedenti asilo”. Sulla vicenda indagano i carabinieri.
Il 29 giugno il proprierario dell’hotel raccontava a vallesabbianews.it
«Non ho firmato nessun contratto e neppure ho intenzione di farlo, se l’idea è qualla di portare a Carpeneda e a Vobarno altri profughi – ci dice -. Sapevo che l’Eureka era stato monitorato per ubicare un centro di accoglienza, ma mi sono sempe opposto a questa idea. Se così non fosse stato i profughi sarebbero arrivati già tre anni fa».
«Sono sempre stato interessato, invece ad affittare o a vendere la struttura a chi volesse fare attività di albergatore. Ed è questo (un affitto d’azienda) che mi è stato proposto il giorno 21 giugno da una persona che si è presentata come albergatore».
«La sera stessa sono stato avvisato dalla Prefettura di Brescia che la mia struttura era stata scelta per ospitare dei profughi e di metterla a disposizione. Ho fatto presente che era chiusa da quattro anni e che non poteva entrare nessuno senza lavori di sistemazione.
Il giorno dopo mi è arrivata, sempre dalla Prefettura, la comunicazione che avrebbero provveduto loro alle eventuali opere di ripristino».
«Lo ripeto: se arrivano dei profughi è contro la mia volontà, vuol dire che la struttura mi è stata requisita in quanto non ho firmato nessun contratto».
Dittatura rossa!