TREVISO – Che San Nicolò sia un quartiere un po’ morto è innegabile. Che a rivitalizzarlo possano essere i corsi di bondage e shibari al centro della famiglia è già meno probabile, scrive il Gazzettino.
«Quando ho capito a che cosa avessimo concesso in uso le stanze sono trasecolato» conferma Adriano Bordignon. Passi insomma la riunione di condominio, il corso di canto, l’assemblea mensile delle badanti ucraine, ma la pratica erotica nipponica è forse un po’ troppo anche per un cristianesimo aperto e al passo coi tempi.
«Si non è cattiveria – conferma con un certo imbarazzo il direttore del centro di cultura e di pastorale della diocesi – ma la nostra idea di affettività e sessualità è diversa. Noi lavoriamo molto sulla reciprocità, e vedere queste donne legate è proprio l’antitesi del nostro concetto di amore, ma anche di piacere».
Il granchio colossale pare sia nato per caso. Il team di Nipponbashi, il festival dedicato alla cultura e all’arte giapponese che il prossimo week end si terrà in centro a Treviso, aveva proposto una collaborazione alla diocesi. «Ci avevano prospettato degustazioni, sessioni di arte nipponica e incontri sulla cultura giapponese». Non pratiche sadomaso in effetti. Ma nel concetto per extenso il bondage ci entra eccome. Lo shibari infatti è un’antica pratica di legatura giapponese che promette di incrementare la vicinanza e la sensibilità all’interno della coppia.