Marra: Pappalardo esplulso da MFP, ecco perché

di Alfonso Luigi Marra

Premesso che, nonostante consideri Pappalardo incondivisibile, comunque mi spiace di dover prendere posizioni così nette verso chicchessia, vi sono però costretto da motivi politici.

Orbene, sussisteva, per cominciare, da parte sua, verso me, un forte rancore legato al fatto che, come spiego nel documento da me pubblicato sulla pagina FB “9 Dicembre Forconi”, ieri, 26.6.17, ore 20.26, ho chiarito che i così detti ‘arresti popolari’ sono una strullata giuridica in cui ha purtroppo coinvolto molte persone.

Ciò detto, avendo io deciso di pubblicare contro il CETA quello che sarebbe poi stato il post del 19.6.17, ore 18.30, intitolato: «Cos’è il CETA? È la volpe che viene nominata custode del pollaio!» (che ha avuto 1.508.918 persone raggiunte, 18.908 condivisioni, 11.000 like e 1.184 commenti), è assurdamente esploso (gelosia?), e ne è nato un primo scambio di messaggi, quello cioè di lunedì 19.6.2017 mattina.

Ma le cose gravi sono accadute sabato 24.6.17, a Sansepolcro, e solo parte di esse sono descritte nel messaggio che ho scritto a lui ed a Calvani per conoscenza alle 3.14 del giorno dopo, domenica 25.6.17.

La cosa più grave ancora però manca ed è che, nel suo intervento a Sansepolcro, Pappalardo ha reso noto di essersi recato, per conto dell’MPF, ma all’insaputa di tutti, negli Emirati, non si sa ad incontrare chi, né tantomeno è dato di capire finanziato da chi e perché, e di avere con questi ignoti stabilito non meglio identificati ‘accordi’.

Un viaggio all’esito del quale descriveva i detti suoi ignoti interlocutori degli Emirati come benefattori dell’Africa in quanto costruttori delle ben note città fantasma che, ha asserito, servirebbero ad ospitarvi cittadini africani per evitare che vengano in Europa, laddove tutti sanno che servono quale base per delle orribili ennesime operazioni neo-coloniali opera di espressioni di quella cupola massonico/deviata/bancaria mondiale che è il nemico che l’MPF si propone di battere.

Alle 9.30 circa ho ricevuto una telefonata di Danilo che, ancora più costernato di me, mi ha annunciato di avere convocato il direttivo per proporre l’espulsione di Pappalardo, il quale, avendolo saputo, credo lunedì, si è ‘dimesso’. Ma vi lascio ai messaggi. ALM

Marra, lunedì 19.6.17, ore 9.44: «MPF: URGENTISSIMO: FERMARE IL CETA O CI SCHIAVIZZANO DEL TUTTO: MOBILITAZIONE GENERALE DELLA RETE: QUESTI DEPRAVATI LO VOTANO AL SENATO IL 22.6.2017. Il CETA è un mostruoso accordo commerciale con il Canada, ma che diventa con tutte le multinazionali del mondo, perché stanno già tutte spostando in Canada la loro sede legale. La cosa grave è che istituisce dei tribunali internazionali del tutto in mano loro (come tutto) attraverso i quali possono far condannare i Paesi a fare quel che vogliono in tutto (cibo, abitudini, farmaci, internet, carburanti, sessualità, persino microchip ecc). Bisogna mobilitare la rete e, se possibile in 3 giorni, le piazze».

Pappalardo, lunedì 19.6.17, ore 9.47: «Bisogna andare al Senato in massa e fare arrestare dai Carabinieri gli abusivi. È l’unica strada. Non si tratta con gli abusivi».

Marra, lunedì, 19.6.17, ore 9.54: «Sono in treno, arrivo a Napoli alle 13. Appena riesco pubblico un articolo sulle pagine FB dell’MPF (signoraggio e 9 dicembre Forconi), che vi prego di condividere. Nel mentre chiunque può pubblichi dei post informativi. Se riusciamo a gettargli contro la rete li fermiamo. Gino Marra».

Pappalardo, lunedì, 19.7.17, ore 9.57: «Caro Gino, una cosa molto importante in politica è la coerenza. Noi è da almeno 7 mesi che diciamo che questi sono abusivi che devono essere cacciati via. Andare a proporre di andare al senato per andare a trattare con i senatori perché non firmino il CETA è una COG.TA TREMENDA. Ti prego attieniti alla coerenza del nostro movimento. Noi con questi senatori e deputati non trattiamo nella maniera più assoluta. Se andiamo al senato è solamente per farli sloggiare. Quindi ti prego non assumere iniziative che sono in contrasto con la nostra linea politica. Invita le persone, se lo vuoi fare, ad andare al Senato perché se ne vadano via. Sennò, diversamente, manda un messaggio diverso, se non puoi radunare folle, e dì solamente che tutti gli atti che fanno questi senatori e deputati sono inesistenti e quindi non valgono un fico secco. Ti prego di attenerti alla linea del partito. Un abbraccio».

Marra, lunedì, 19.7.17, ore 10.32: «Ma che c. dici generale? Innanzitutto chi ha detto di andare a trattare: ho detto di mobilitargli contro la rete. Inoltre a chi lo vai a dire di andarli ad arrestare? A quelli che, quando lo hai detto, hanno mandato sotto processo i firmatari della tua denuncia del c? Evita da ora di scambiare la mia pazienza per mancanza di argomenti, perché potrei fartene assaggiare qualcuno».

Pappalardo, lunedì 19.7.17, ore 10.54: «Caro Marra, non mi rompere il c.! Non ti permettere mai più di usare questo linguaggio nei miei confronti perché ti mando a fare in c. e ti caccio via dal movimento. Non ti permettere mai più di usare questo linguaggio! Io ho usato un linguaggio pulito nei tuoi confronti. Ho parlato in termini puliti e ho parlato che noi dobbiamo essere coerenti con quello che abbiamo fatto perché senno io ti mando a fare in c.! Hai capito che ti mando a fare in c.? Non ti permettere mai più!»

Marra, lunedì 19.6.17, ore 11,03: «Razza di idiota pacificamente tale secondo tutti, tu non capisci un c., non di politica, ma di niente, e sei, a mio modesto avviso, un problema persino per te stesso. Non capisci nemmeno quanto sei tu ad essere maleducato e quanto siano fuor di luogo i tuoi toni ed i tuoi argomenti di m. Non rispondo nemmeno alle tue affermazioni secondo le quali mi cacci, perché dovrei a questo punto porre il problema che o te ne vai tu o io, e non voglio creare problemi politici a causa di una nullità come te».

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Marra: domenica 25.6.17, ore 3.14: «Purtroppo, caro Generale, ad appena 5 giorni dallo scorso incidente, ci risiamo: di nuovo mi costringi – mio malgrado e dopo che, incontrandoti, ti avevo affettuosamente salutato ed avevo deciso di provare ad andare oltre – a risponderti, e questa volta su un tema cruciale: quello del programma.

Tu, cioè – dopo aver messo, dal 30 maggio scorso, sulla tua pagina Facebook, senza che nemmeno le insistenze di Danilo siano valse a fartelo cancellare, sotto al simbolo dell’MPF, un tuo programma che mai nessuno ha approvato, realizzando così, giuridicamente parlando, ad onta della tua qualità di segretario politico dell’MPF, un falso materiale, perché il programma che tu stesso hai votato è quello deciso all’unanimità il 13 maggio scorso a Pontinia – ebbene, dopo tutto ciò, a Sansepolcro, in un video che vedranno decine di migliaia di persone, giungi a dire che, insieme a non si sa quali tuoi oscuri amici, senza che nessuno te lo abbia giammai chiesto né tantomeno ti abbia autorizzato, staresti tu scrivendo non si sa quale nuovo programma.

Un programma, il tuo, che devo ritenere sia sempre quello di cui alla tua pagina FB e che, scusami se lo dico, non avrei mai votato né accettato perché, in tutta sincerità, lo considero, a tacer d’altro, una pedestre sequela di luoghi comuni.

Un falso programma dell’MPF che, ancorché a mio avviso pedestre, è tuttavia destinato a creare, se perdurerai nella carica di segretario politico, una gran confusione che diverrebbe in breve un gran conflitto.

Confusione e conflitto perché se, dopo tante reazioni anche di Danilo, insisti, è chiaro che intendi infischiartene di noi, delle nostre doglianze e del voto dell’assemblea.

Danilo, infatti, che è attento, per cercare di rimediare alla tua affermazione, ha puntualizzato, nel suo intervento, con chiarezza, che il programma dell’MPF è quello che si legge sul sito www.mpfonline.it.

Ma, a questo punto, è ovvio che non intendi tenere conto delle reazioni né mie né sue né di nessuno, per cui il tuo dissidio è con tutto il movimento, che in esso programma si identifica.

E mi riferisco sia a quelli che lo hanno votato che a quelli che, in virtù di esso, stanno aderendo.

Cosa che, secondo me, dipende dal fatto che – per motivi meglio noti a te, o comunque a me ignoti – ti consideri erroneamente evidentemente non so se indispensabile o coperto, e non hai intenzione di smettere.

Cosa fare?

Sempre secondo il mio modestissimo e solo personale parere, occorre, com’è ovvio, trarre le conclusioni e, se non avverrà, più tempo passerà e peggio sarà, senza che possa porvi rimedio nessuno, né tantomeno gli ambienti ai quali – sono certo a torto, altrimenti sarebbe un gran danno per l’MPF – è vox populi tu sia contiguo.

Ambienti i cui veri e legittimi vertici (perché per far scappare a gambe levate qualche misero esponente di qualche settore isolato o peggio deviato basterebbero poche paroline allusive in un breve post di avvertimento, perché verso i miei argomenti hanno timore reverenziale, ma direi meglio grandissimo riguardo, i massimi vertici della magistratura, figurati certi scalcagnati) sono anch’essi – bada a quel che ti dico – favorevoli all’MPF, e non avrebbero un attimo di esitazione a rimuovere dal suo cammino chi quel cammino lo ostacolasse.

La mia sempre solo personale opinione è insomma che – se aderirai al programma, perché, se non intendi aderire devi allora sottoporre all’assemblea il tuo programma alternativo – è opportuno che ti dedichi solo alla campagna per la presidenza della Sicilia.

Questo perché, se rimani nella segreteria, il tuo già oggi pesante contrasto con tutti, diverrà, considerati i continui nuovi ingressi, in breve materialmente insostenibile.

Mi sto preoccupando della tua sorte? Per niente. Mi sto occupando del futuro dell’MPF, a cui tengo moltissimo, sicché sto sottoponendo a Danilo e te il mio modesto parere perché lo valutiate.

È questo, bada, non perché consideri cosa da poco la presidenza della Sicilia, ma perché se, in relazione al ruolo di segretario ci sono gli – io credo ormai insormontabili – ostacoli che ho descritto, è ancora possibile che, fatto tesoro di questa tua (ulteriore) disesperienza, possa provare a cimentarti in questo nuovo ruolo sperando tu ci riesca.

Perché è chiaro che, se non ci riuscissi, per quel poco o nulla che può valere il mio parere, sarei contro anche alla tua candidatura in Sicilia.

Qui, infatti, caro generale, è in gioco la vita dei popoli, sicché gli interessi dei singoli non hanno alcun rilievo.

25.6.17, Alfonso Luigi Marra