Appendino sta con i centri sociali, la dura replica di Tonelli

Cara sindaca Appendino,
ho letto con grandissimo sconcerto e sconforto le dichiarazioni che ha rilasciato per giustificare il pestaggio di quattro poliziotti a Torino. (Torino, violenze dei centri sociali: pugni a commissaria di polizia, 4 agenti feriti)

Ciò che è accaduto è intollerabile, perchè in questa maniera non si fa altro che legittimare e fomentare comportamenti fobici nei riguardi delle divise, dando ossigeno al partito dell’Antipolizia, a movimenti anarchici violenti. La sua è forse una questione di consenso? Tutto questo è inaccettabile: Lei deve fare il sindaco, preoccuparsi della buona amministrazione della città di Torino. Non è suo compito dover gestire le politiche dell’ordine e della sicurezza pubblica. Ognuno deve fare il suo mestiere.
Ci tenevo a farle notare poi, che qui non esiste la “tenuta antisommossa”: si tratta della normale divisa ordinaria del Reparto Mobile. Bisognerebbe attribuire significato alle parole, perché qui non c’è nulla di antisommossa.
Si rasenta l’assurdità, cosa vuole dire, sindaco? I poliziotti non hanno diritto di uscire con quelli che sono gli equipaggiamenti finalizzati alla loro protezione? Sono forse lavoratori di serie B?

Non solo, ma per quale motivo la divisa deve essere concepita come “istigazione” in presenza del partito dell’Antipolizia e degli allergici alle divise? Gli uomini in divisa, al massimo, devono infondere sicurezza nel cittadino, altro che provocazione!
Forse ci sono delle sacche – ed è proprio il caso di dirlo – nella città, in cui si vogliono creare delle zone franche dedite allo spaccio, al consumo di alcol, per non rispettare alcun tipo di regola di pacifica convivenza. Ecco sindaco, il punto è questo: le norme sono finalizzate a promuovere la pacifica convivenza, la concordia, la serenità dei cittadini e a non ad imporre l’ordine pubblico come qualcosa di autoritario.

Tra l’altro, non mi sembra che i miei colleghi abbiano imposto alcunché, considerando che i primi aggrediti erano addirittura in borghese. Quindi di cosa parliamo?
Questo atteggiamento, questo suo modo di porsi di fronte al problema per un interesse veramente squallido di politica e di consenso, è devastante, perché questo vuol dire legittimare l’avversione allo Stato e alle sue regole al di là dell’ordinanza da Lei emanata, e di quelli che sono i simboli dello Stato stesso.

In conclusione, vorrei farle una proposta sindaco Appendino, ed è chiaro che si tratta di una provocazione, perché di certo non ho il potere di farlo, e se anche lo avessi, non lo farei. Considerato che Lei è la responsabile del corpo di polizia municipale, vorrei proporle questo: noi Polizia di Stato restiamo chiusi nelle questure e Lei si sbriga la questione dell’ordine e della sicurezza pubblica in città, visto che è più brava (Piazza San Carlo docet) Poi però, se malauguratamente dovesse accadere qualcosa, vorrei che, come ha fatto in questo momento con i miei colleghi, puntasse con la stessa solerzia il dito verso se stessa, assumendosi le sue responsabilità.

Gianni Tonelli

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

L’antefatto, dal sito del Sap

Un agente accoltellato, una poliziotta colpita al volto, un altro massacrato a calci e pugni, ed un altro ancora colpito in viso con una bottiglia. Questo il bilancio di una serata torinese in cui, le forze dell’ordine hanno cercato di far rispettare l’ordinanza “antivetro” emanata dalla sindaca Chiara Appendino, dopo i disordini in piazza San Carlo a seguito di un falso allarme bomba.

In  piazza Santa Giulia, luogo della movida, ieri è successo l’incredibile. Una vera e propria deriva Antipolizia, quella messa in atto dai militanti del centro sociale Askatasuna, che si sono scagliati contro la polizia, pestando in maniera violenta quattro poliziotti.

Questo perché, non si accetta la presenza di forze dell’ordine sul posto. Perché senza forze dell’ordine è più facile consumare o spacciare droga, è più facile ubriacarsi e commettere illeciti, è più facile creare disordini, così come ama fare il partito dell’Antipolizia.

Ma arriviamo al punto interessante: il centro sociale in questione, ovvero Askatasuna, è lo stesso che qualche giorno fa manifestava solidarietà nei confronti di Maya, la 19enne antagonista che in un video ha denunciato in maniera estremamente poco credibile, presunte violenze da parte di otto agenti del Reparto Mobile. Lo stesso centro sociale i cui militanti ieri sera hanno colpito al volto una poliziotta, ha esibito in quell’occasione, uno striscione con scritto che «La Polizia maltratta le donne. Non abbiamo bisogno di essere protette da voi».

Ci chiediamo adesso cosa ne pensi la stessa Maya e le femministe che prontamente hanno inscenato una situazione di inaudita violenza, per creare scalpore e inveire contro le Forze dell’Ordine che, al contrario, hanno solo svolto con criterio il loro lavoro.

Parliamo di un centinaio di militanti contro pochi poliziotti, tutti finiti in pronto soccorso, uno dei quali riverso sull’asfalto e colpito a calci e pugni. Quanto altro ancora bisogna sopportare? È legittima questa forma di violenza gratuita contro la Polizia? Ci chiediamo ancora, quanto sia normale e civile permettere il dilagare di questa imbecillità nelle nostre città. Ecco chi sono i militanti dei centri sociali, ecco le loro “ideologie”, ecco il loro voler manifestare… Che poi, qualcosa l’hanno manifestata. Quanto sono imbecilli.