Nella Rai appena uscita (e non del tutto indenne) dalla bufera dei tagli agli stipendi, esplode il caso della presidente del servizio pubblico, Monica Maggioni, e dei suoi viaggi a spese della tv pubblica per presentare il libro Terrore mediatico, da lei scritto. A pochi giorni dalla salvezza offerta alle sue star perché evitino il taglio del compenso a massimo 240 mila euro l’anno (Fazio, Vespa e altri avranno una decurtazione del fino al 20%, che per chi guadagna circa due milioni l’anno è un autentico sospiro di sollievo) la questione dei viaggiI promozionali della Maggioni torna alla ribalta. Principale accusatrice della presidente Rai, è la deputata del M5S Mirella Liuzzi, che aveva presentato una interrogazione alla tv pubblica circa le spese sostenute dall’azienda per coprire gli otto viaggi della Maggioni, che andava in giro per l’Italia a presentare il suo libro.
“Quei viaggi valorizzano l’azienda”
Le conclusioni della Liuzzi erano severe: “E’ un fatto gravissimo. Si deve dimettere immediatamente, il suo ruolo non e’ piu’ di garanzia”. Ma i vertici Rai la pensano diversamente. E nella loro risposta alla parlamentare dei Cinquestelle, spiegano che
“ogni uscita pubblica di direttori di rete o di testata” va considerata coerente con l’incarico ricoperto se serve ad “affrontare temi coerenti con il mandato editoriale assegnato”.
La Maggioni parla di terrore mediatico, di media, è presidente della Rai (incarico per cui prende 366 mila euro l’anno) e come tale fa parte di quelle “personalità aziendali” che partecipino a “dibattiti, conferenze, presentazioni e altre occasioni simili..ritenuta non solo quale una componente dell’incarico affidati ma, ancora di più, elemento di promozione e valorizzazione dell’immagine Rai”. Insomma, quando l’azienda di servizio pubblico televisivo paga il tour promozionale alla Maggioni per presentare al pubblico il suo libro edito da un privato (Laterza) spende soldi, ma guadagna prestigio. Così Viale Mazzini dixit, tra polemiche che non si placano.