Matrimoni con musulmani, Souad Sbai: il titolo non rispecchia il mio pensiero

CARO DIRETTORE

Dopo aver visto il mio nome associato al titolo dell’articolo sull’edizione online ”Perché le donne italiane non devono sposare i musulmani” del quotidiano Libero, in cui è contenuta una mia intervista corredata di dati, a malincuore mi trovo costretta a precisare che detto titolo non rispecchia il mio pensiero.

Chi mi conosce sa che mai mi sono tirata indietro da attacchi e accuse precise contro radicalismo, estremismo e violenza contro le donne, ma di certo non posso negare una realtà che esiste, quella dei matrimoni misti che possono essere sì fonte di grossi problemi, ma anche di una serena convivenza. E i dati che nell’articolo l’autrice mi ha chiesto di spiegare, con considerazioni precise e circostanziate, chiariscono nettamente la mia posizione.

Quel che brucia ancora di più poi, se possibile, è aver prestato il fianco alla triste campagna mediatica infarcita di buonismo da salotto messa teatralmente in atto su questo articolo da giornali che, fino a ieri, quando una donna islamica veniva ammazzata perché non voleva sottostare all’oppressione del marito o del padre, sponsorizzavano l’attenuante culturale. Con i risultati che abbiamo visto.

SOUAD SBAI

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Armando Manocchia: Mogli e buoi dei Paesi tuoi >>>

Sempre più donne e uomini sposano partner di culture diverse. Il nostro – spiega Armando Manocchia – è un invito ad informarsi per chi intende sposare un partner non occidentale.

Il dovere d’informarsi in vista di una libera accettazione dell’altro è essenziale per qualsiasi coppia e le difficoltà aumentano in modo esponenziale quando i due coniugi appartengono a culture differenti. È per questo motivo, che i futuri sposi – spiega Manocchia – dovrebbero prendersi tutto il tempo necessario per riflettere sul matrimonio in modo indipendente, in coppia e magari con una persona di fiducia, al fine chiarire gli aspetti delle differenze e trovare un’intesa pre-matrimoniale.
Non è solo utile, ma addirittura raccomandato, un soggiorno del partner italiano nel Paese d’origine dell’altro, prima del matrimonio.