Un gruppo di uomini armati ha attaccato una prigione nella città di Beni, in Congo, uccidendo 11 persone e liberando oltre 900 detenuti. Il governatore provinciale del Nord Kivu, Julien Paluku, ha precisato che tra le vittime figurano otto guardie carcerarie e ha imposto il coprifuoco a Beni e a Butembo, vicino al confine con l’Uganda. Su un totale di 966 detenuti, nel carcere di Kangwayi ne sono rimasti soltanto 30.
Situata a nord della provincia del Kivu del Nord, dal 2014 Beni è luogo di un’ondata di violenze che hanno visto quasi 700 civili uccisi. Delle uccisioni è stato accusato l’ADF, gruppo dominato dai musulmani ugandesi.
Diverse dozzine di sospetti miliziani dell’ADF erano imprigionati nella prigione di Kangwayi.
L’attacco è arrivato un giorno dopo che l’ADF ha assaltato una stazione di polizia e un ufficio del procuratore nella capitale Kinshasa, uccidendo un agente e ferendo seriamente altre quattro persone dopo una serie di scontri simili, avvenuti nelle ultime tre settimane.
Il 19 maggio, decine di prigionieri sono fuggiti dalla prigione di Kasangulu, a circa 40 chilometri a ovest di Kinshasa e, solo due giorni prima, i ribelli della Bundu Dia Kongo (BDK), un gruppo ribelle secessionista che respinge l’autorità di Kinshasa e vuole istituire uno stato parallelo nell’occidente del Paese, ha attaccato la principale prigione di Kinshasa, liberando il loro leader e 50 altri miliziani.