Nestlé: licenziamento per 340 lavoratori a San Sisto in Umbria

Nei fogliettini di uno dei cioccolatini più famosi, i lavoratori dello stabilimento di San Sisto in Umbria, potrebbero presto trovare non le brevi frasi romantiche, ma parole più amare. Per 340 di loro si materializza, infatti, lo spettro del licenziamento. L’azienda, accusano i sindacati, vuole rendere carta straccia il piano di rilancio dopo appena 12 mesi.

L’accordo siglato al Ministero del Lavoro aveva ottenuto la concessione della cassa integrazione per 819 lavoratori legata al rilancio aziendale. Prevedeva investimenti per 60 milioni in tre anni con il business incentrato sul prodotto principe, il Bacio Perugina. Non ci sarebbero dovuti essere esuberi ma nuovi manager, innovazione delle tecnologie produttive e del modello organizzativo. Nei mesi caldi, poi, la produzione di gelati avrebbe dovuto sopperire al calo delle vendite di cioccolato.

Sembrava che il piano stesse ottenendo buoni risultati come confermato dalla Nestlé secondo la quale il mercato dell’export negli Usa, Canada, Brasile, Cina ed Australia viaggiava in doppia cifra. Poi invece è arrivata la possibilità molto concreta che il cioccolato con la nocciola dentro diventi molto amaro per i dipendenti.

“Il comunicato da parte del capo mercato Nestlé Leo Wencel il quale afferma che alla fine della Cigs per 340 lavoratori non ci sarà più un futuro certo in Perugina, lanciato solo poche ore dopo l’incontro in Confindustria, in cui, seppur tra mille difficoltà, si era cercato di trovare alcune posizioni condivise, porta la Rsu – denunciano i sindacati – a dichiarare lo stato di agitazione”.

“Con questa dichiarazione – proseguono – ancora una volta Nestlé straccia completamente l’accordo firmato un anno fa che ricordiamo a tutti aveva la finalità di riassorbire gli esuberi e di gestire eventuali situazioni di criticità senza impatti sociali. Quello che invece emerge è la visione da parte dell’azienda di voler fare della Perugina una ‘fabbrichetta da sottoscala’”.

Ora bisognerà attendere gli incontri fra le parti per capire se i lavoratori potranno ancora scartare Baci con le parole d’amore o di rabbia per il lavoro che non c’è più.

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