Una donna fiorentina è finita nell’inchiesta della Finanza di Palermo sull’organizzazione che trasportava persone clandestinamente dalla Tunisia alle coste siciliane della zona di Marsala. Simonetta Sodi, questo il suo nome, 55 anni, ora si trova in carcere.
La donna aveva aveva sposato nel gennaio scorso un immigrato tunisino, Jabranne Ben Cheikh di 28 anni, del quale secondo le accuse era diventata socia in affari.
Secondo La Repubblica Jabrannee sarebbe stato a capo di un gruppo che trasportava migranti disposti a pagare migliaia di euro per viaggiare a bordo di gommoni velocissimi, che facevano la traversata dal nord Africa alla Sicilia in meno di 4 ore. Nei viaggi venivano trasportate anche sigarette di contrabbando. La donna avrebbe portato il denaro necessario, 10mila euro, per acquistare un’imbarcazione.
Quando Jabranne Ben Cheikh è finito in carcere per una storia di droga, lei lo ha sostituito in alcuni compiti, tenendo i contatti con alcune delle persone finite nell’inchiesta. Jabranne nel 2016 fu accusato di traffico di stupefacenti con una condanna a 6 anni di reclusione e 30mila euro di multa.
Ma il particolare grave è un altro. Secondo gli inquirenti, tra gli immigrati trasportati dall’organizzazione c’erano anche potenziali jihadisti, definiti “una seria minaccia alla sicurezza nazionale, poiché, in grado di fornire ai suoi utenti un transito marittimo sicuro, occulto e rapido“.
In un’intercettazione tra un membro dell’associazione a delinquere, Amine Ben Alaya, e uno dei potenziali passeggeri in attesa di imbarcarsi, si ascoltano i timori di quest’ultimo di
“essere arrestato dalla polizia tunisina” e “respinto dalle autorità di polizia italiane per ragioni di contrasto al terrorismo di matrice jiahdista”.
Il ruolo di Simonetta Sodi? La donna, fan e sostenitrice pubblicamente del Movimento 5 Stelle (come si vede nel suo profilo di Facebook), sarebbe stato cruciale quando il compagno è finito in gattabuia. Tramite la donna, “il giovane riusciva a dare indicazioni per proseguire l’attività criminosa”.
Simonetta Sodi “risulta aver svolto un ruolo fondamentale nel coadiuvare il marito nella direzione e promozione dell’organizzazione criminale investigata, operando attivamente nelle fasi di acquisto del gommone utilizzato per i traffici illeciti, del trasporto dei contanti utilizzati per la transazione e dell’intestazione del natante e del relativo posto barca, ed occupandosi della gestione dei natanti per conto del marito dopo l’arresto di quest’ultimo”.
La pagina di Facebook della Sodi è piena di foto romantiche di lei con il marito tunisino. Rivendica il suo amore contro tutti: “Quando decidi di stare accanto ad una persona, ti assumi la responsabilità di renderla felice, nonostante le sue debolezze ed i passi falsi nonostante la gente, i giudizi, nonostante tutto”. Convinta lei.