Il Pd querela Maryan Ismail e Matteo Forte. È arrivata dunque con carta bollata la risposta che chiedevano la donna simbolo dell’islam laico e il consigliere comunale popolare.
Diversi per orientamento culturale, il politico cattolico, Forte, e l’antropologa musulmana e di sinistra, Ismail, condividono da tempo la battaglia contro l’islam oscurantista. Oggi Forte e Ismail sono entrambi vicini a Stefano Parisi, candidato sindaco del centrodestra e leader di «Energie per l’Italia.
Pochi mesi fa nel corso di una conferenza a Palazzo Marino Forte e Ismail hanno presentato un dettagliato dossier: «Pd e islamismo politico: un rapporto non occasionale». Nel documento venivano citati alcuni casi noti e uno inedito: un intervento della consigliera comunale Sumaya Abdel Qader, eletta nel Pd, che nel 2012 proponeva di sostenere la causa del cugino, detenuto nelle carceri israeliane. Un personaggio a dir poco controverso Samer Al Barq: secondo quanto ricostruito compariva anche nel rapporto di una commissione del Senato Usa, «in relazione all’utilizzo di antrace da parte di Al Qaeda e ad attività qaediste in Pakistan». Era quello il caso più eclatante, ma veniva inserito, come gli altri, in un discorso politico, dedicato a «un rapporto organico» fra la politica e quest’area dell’islam. Venivano citate associazioni e collaborazioni, e un’associazione, «Segnali», che annoverava nel suo «board» dirigenti del Pd ed esponenti musulmani di area Ucooi, fra cui il presidente del comitato «Libertà e democrazia per l’Egitto», indicata come sigla che sosteneva l’ormai deposto presidente egiziano Mohamed Morsi (Fratelli musulmani).
Il segretario Pd Pietro Bussolati ha spiegato: «Le finalità dell’associazione Segnali ambivano a promuovere il confronto». Forte e Ismail, in quella occasione più volte hanno precisato il tenore politico della loro iniziativa: «Non chiedo di rispondere per le colpe dei parenti né di dimettersi – disse il consigliere – chiedo al Pd di prendere una posizione». Il Pd non ha mai ritenuto di rispondere sul piano della discussione politica e alcuni giorni fa è arrivata la notizia di una querela per diffamazione.
La notizia è confermata dal partito, che spiega di aver proceduto in questo modo «in seguito alla conferenza stampa e al dossier che associava il simbolo dei Fratelli musulmani a quello del Pd».
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Scrive lintellettualedissidente.it
Ci piacerebbe sapere dalla candidata del Pd (Sumaya) come giustifica le foto che mostrano Ahmed Abdel Aziz (responsabile delle relazioni interne del CAIM) e suo fratello Omar Abdel Aziz all’interno della sede dell’Alleanza Islamica d’Italia (inserita nella lista nera degli Emirati Arabi per legami con i Fratelli Musulmani) assieme a Salah Sultan, elemento legato all’ex governo islamista di Mohamed Morsi. Oppure le fotografie che mostrano Omar Jibril (responsabile Area Servizi Edilizi e Immobiliari del CAIM) mentre ostenta nelle mani un manifesto di Morsi.”
Milano: un altro personaggio dei Fratelli Musulmani candidato con Sala
Milano: i Fratelli musulmani si infiltrano nelle liste del Partito democratico
Considerate le compagnie del candidato Samh, ci si chiede: ma il Pd ha deciso di consegnare la città ai fondamentalisti?
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In un’intervista a tg3 regione il portavoce del Caim, Davide Piccardo, al minuto 1:07 ha dichiarato “noi non siamo vicini ai Fratelli Musulmani…. ci sono posizioni molto diverse all’interno del Caim. Il Caim non si è mai espresso su vicende che riguardano la politica estera”.
In questo modo Piccardo si è dato la zappa sui piedi perchè sono in circolazione numerose foto dove lui e altri membri del comitato direttivo del Caim (come Omar Jibril, responsabile area servizi edilizi e immobiliari) partecipano pubblicamente a manifestazioni a favore dei Fratelli Musulmani, anche in Egitto.