Il primo velo islamico nel Parlamento italiano. Le prossime elezioni politiche, ormai imminenti, potrebbero segnare l’ingresso alla Camera, con il Pd, della prima deputata di religione musulmana.
Alle porte della campagna elettorale già si registrano movimenti e ambizioni. E fra Roma e la sinistra milanese, galvanizzata dal successo della marcia per l’accoglienza, circola come indiscrezione la notizia che la prima possibile deputata musulmana d’Italia potrebbe essere Sumaya Abdel Qader.
Quella della consigliera comunale milanese è una figura chiave nei rapporti fra la sinistra e il mondo islamico. Il suo curriculum personale è di tutto rispetto, il suo profilo politico e culturale è emblematico. Figlia dell’imam di Perugia, Sumaya, è stata dirigente del coordinamento dei centri islamici di Milano, il discusso Caim guidato fino a pochi mesi fa da Davide Piccardo. Oggi è vicepresidente della commissione Cultura del Comune e gestisce con abilità (per qualcuno con ambiguità) la sua posizione istituzionale.
La sua candidatura ha fatto molto discutere. Nel corso della campagna elettorale sono emersi particolari imbarazzanti sulle posizioni ideologiche dei familiari, in particolare la madre e il marito. Il profilo Facebook della mamma, Zubayda Khalil, conteneva post e immagini inneggianti alla «resistenza» palestinese, ad Hamas e alle brigate Ezzidin al-Qassam, braccio armato dell’organizzazione islamista. Del marito si era parlato perché in passato aveva definito Israele «un errore storico, politico una truffa». Ma Abdel Qader è sempre stata difesa dal Pd, tanto che, eletta da indipendente (con 1016 preferenze e l’appoggio della sinistra interna), a gennaio ha ricevuto l’offerta della tessera Pd. […]