L’Unione europea rivuole indietro 76 mila euro dal Comune di Pescara. La lettera che ha raggiunto l’amministrazione abruzzese non lascia spazio a dubbi. Come documenta Il Centro, i fatti risalgono allo scorso 20 agosto, quando i fondi utilizzabili per progetti legati alla biodiversità furono in ricca parte destinati a pagare l’artista per la sua esibizione. Il concerto della seconda classificata all’ultimo Sanremo era nato fra i problemi, rimandato dal 16 luglio (data di chiusura di una manifestazione sulla preservazione dei cetacei) al 24 dello stesso mese. Ma in quella data la Mannoia aveva problemi di salute. Da lì la decisione di organizzare comunque il concerto a più di un mese dalla conclusione del dibattito sui cetacei.
Una manifestazione “da arricchire”
Come documenta Il Centro, l’iniziativa finanziata con il programma di cooperazione Ipa Adriatic + (172mila euro) aveva visto i fondi coprire i dibattiti sulla biodiversità per 20 mila euro, e il totale dei costi del concerto di Fiorella Mannoia dello scorso 20 agosto per 76 mila euro. A sottolineare l’abuso è stata Paola Di Salvatore dirigente dell’Autorità di gestione addetta al controllo delle spese sostenute dagli enti pubblici con i finanziamenti europei. Che ha spiegato: “Il Comune doveva attenersi al progetto annunciato sulla biodiversità (Coast Day, ndr), “invece, con una forzatura è stato inserito anche il concerto che non poteva essere finanziato con fondi europei”.
L’ira dell’opposizione
Dura la presa di posizione in Comune: “Non permetteremo mai che questo debito venga riconosciuto dal consiglio comunale”. Parte la caccia al pagatore, dunque, anche attraverso una richiesta alla Corte dei Conti di dare un parere sul finanziamento di quel concerto. In ballo ci sono 76 mila euro, e l’Ue li rivuole tutti.