La patria dei cuochi si inchina al paese dei buongustai. Quadri batte Villa S. Maria e resta in seconda categoria
Un derby al cardiopalma, quello disputato allo stadio Ing. Nicolino Calabrese, finito 2 a 1 per i padroni di casa del Quadri ai danni dei cugini del Villa Santa Maria. Marcatori: Massimo Di Paolo, Simone De Julis (Q), accorcia le distanze nel secondo tempo Mirko Di Stefano (V). La squadra del mister Gianluca Marchetti, bomber sempre verde che all’occorrenza scende in campo per aiutare i suoi ragazzi, riagguanta il sogno salvezza e non sprofonda nella serie più infima.
Il clima è d’altri tempi, i colori rosso blu e nero verdi fanno da cornice, gli spalti gremiti, gli ex giocatori scalpitanti in tribuna, gli inguaribili appassionati con le bandiere oramai apparentemente deposte. No, non è una partita di calcio: è un turbinio di passione, entusiasmo, storia, rivalità, campanile e tanto altro ancora. Quando credi che tutto ciò sia oramai solo un ricordo, ecco invece che tutto riappare con la stessa intensità del passato, con quelle antiche emozioni che a dire la verità, sono sempre le benvenute.
Ho rivisto negli occhi la mia tenera fanciullezza, quando scorrazzavo con il pallone a bordo campo, ed oltre la rete, c’erano i miei beniamini con la maglia rosso e blu, mentre dalle tribune, si levava alto un grido di passione. Oggi erano presenti tutti, persino dal Cielo erano calati i nostri tifosi, ed ognuno al proprio posto: Severino ad accogliere gli ospiti e soprattutto l’arbitro, Fortunato con l’immancabile cravatta ed ombrello a gridare: “Forza Quadri”, Amerigo Pacella dopo la Santa Messa delle 11.30 di corsa a vedere il suo Quadri, D’Amico Remo ad abbracciarsi con tutti, “Papà di tutti” con la maglia rosso blu addosso, Il professor Peppe Calabrese elegantissimo e sempre sofferente oltremisura per la sua squadra, Tonino Borsalino con la sua ineguagliabile calma, fumando le canoniche 13 Marlboro morbide, ed infine, Mario Truciolo che già di buon mattino era operativo, affinché tutto fosse perfetto.
Per nulla al mondo si sarebbero persi questa partita e difatti erano lì, sofferenti ed entusiasti nell’incitare il Quadri e dare anche sistematicamente la colpa all’arbitro.
Oggi abbiamo trepidato, ma in tutta onestà, siamo stati i migliori, meritando il successo. Nel primo tempo, siamo stati praticamente perfetti: la giusta grinta con un uno-due che ha tramortito gli avversari.
Nella ripresa, complice un po’ di stanchezza, abbiamo subito il ritorno della squadra del Villa S. Maria e grazie a qualche imprecisione da parte loro, ed anche alla bravura del nostro giovane portiere, Gianluigi Di Pietro detto ‘Bimbo’, siamo riusciti a limitare i danni.
Gli ultimi 5 minuti poi, sono stati veramente interminabili, mettendo a dura prova la serenità di tutti i quadresi presenti fisicamente ed anche con il cuore. Il triplice fischio finale poi, è stata una liberazione, ed in rispetto ad una sacrosanta regola dello sport, ci sono stati vincitori entusiasti e sconfitti tristi ed afflitti.
Il Villa Santa Maria retrocede in terza categoria, ma, come giusto riconoscimento, ha sempre la storia dalla sua parte. Oggi però, la patria dei cuochi che con la sua tradizione culinaria è nota anche a Buckingham Palace, si è dovuta inchinare al paese dei buongustai, a noi che per natura siamo artisti, grintosi ed incostanti. E’ vero, abbiamo vinto, ma al momento ignoriamo quale possa essere il nostro prossimo futuro calcistico.
Intanto, godiamo dell’attimo perfetto, complimentandoci per la sportività dei nostri avversari dentro e fuori il campo, facendo un plauso alla comunità pizzoferratese, che ci ha fornito un numero ragguardevole di giocatori, due dei quali oggi sono risultati anche essere marcatori, senza dimenticare gli amici di Civitaluparella sempre presenti al nostro fianco. Un segno tangibile dei tempi attuali, contrassegnati da una sana aggregazione che stiamo vivendo nel nostro territorio. Per quanto riguarda infine il pubblico, va segnalato il solito grande attaccamento nei confronti della squadra, e la bellezza dei loro cuori sempre in alto, dove in maniera dirompente scorre un fiume di sangue rosso… ma anche blu.
(Danilo Coccia)