Il cda della Rai, in una riunione fiume durata oltre sette ore, ha bocciato il piano dell’informazione presentato dal Direttore generale Antonio Campo Dall’Orto. Cinque no, tra cui quello, pesante, della presidente della Rai Monica Maggioni e la rivendicazione da parte dei consiglieri che si sono pronunciati contro – Franco Siddi, Rita Borioni, Giancarlo Mazzuca e Arturo Diaconale – di aver “votato nel merito” e non sulla base di pressioni politiche che avrebbero reso “riottoso” il Cda spingendolo a cercare l’incidente per le dimissioni del Dg. Solo Guelfo Guelfi, consigliere molto vicino all’ex premier Matteo Renzi, ha votato a favore del piano, mentre Carlo Freccero e Marco Fortis si sono astenuti.
Prima del voto aveva lasciato la riunione del Cda il consigliere Paolo Messa spiegando che si era esaurito il rapporto di fiducia nei confronti del Dg. “Non giova alla Rai un conflitto permanente e una situazione di sostanziale paralisi” ha attaccato Messa chiedendo al Dg di trarne le conseguenze.
Da parte sua il Dg ha rivendicato ancora una volta la propria “indipendenza” e la determinazione ad agire in modo autonomo senza condizionamenti nè della politica nè dei partiti ma nell’interesse di evitare una paralisi dell’azienda.
“Non ci sono giochi o sotterfugi, per noi non decidono nè le pressioni della stampa nè quelle dei politici interessati – ha ribadito Franco Siddi, uno dei cinque consiglieri contrari al piano – ma la necessità di fare informazione di qualità e anche risparmi di spesa. E dal piano mancano i dati dello scenario economico che fanno completo un piano”.
Ora il Dg farà le sue riflessioni perchè, ha osservato Arturo Diaconale, “dopo quanto avvenuto oggi si è incrinato il rapporto tra Cda e Dg” ma, detto questo, non “c’è una sfiducia nella persona”, che, anzi, si può “ricostruire”. E mentre Carlo Freccero ha invitato espressamente Campo Dall’Orto a proseguire nel suo lavoro, Rita Borioni ha ribadito che “non c’è un problema personale con il Dg, non si è creato un pregiudizio ma ci sono delle questioni che vanno risolte”. A cominciare, appunto, dal piano dell’informazione.
Fonti vicine al Dg spiegano che la bocciatura del piano delle news, condiviso, si sottolinea, passo dopo passo, fin da quando la pratica, dopo le dimissioni di Carlo Verdelli, è stata avocata a sè da Campo Dall’Orto, viene considerata un cambio di scenario “strano”. Da qui il sospetto che si tratti di ‘resistenze’ tutte politiche rispetto all’urgenza di riforme che rilancino la Rai.
Ma cosa farà ora Campo Dall’Orto? Innanzitutto, come ha annunciato, prospetterà quanto avvenuto all’azionista di riferimento, il ministero del Tesoro. Il direttore generale della Rai è in partenza per Palermo dove parteciperà alle iniziative per l’anniversario della strage di Capace ma sentirà forse già domani il ministro Pier Carlo Padoan per poi incontrarlo a breve (probabilmente mercoledì) e spiegargli, tra l’altro, quali sono le questioni da affrontare per la messa in sicurezza dell’Azienda, dalla policy aziendale sui tetti ai compensi degli artisti, al nodo dei palinsesti allo stesso piano dell’informazione.
Intanto, parlando con i giornalisti a Montecitorio, il presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico ha annunciato la richiesta di acquisizione dell piano dell’informazione, osservando che “Matteo Renzi ha nominato Campo Dall’Orto, il Pd ha votato la nuova governance della Rai e ha scelto i consiglieri e quindi qualsiasi cosa sia accaduto ha solo un colpevole: Matteo Renzi e Pd”.
Fnsi e Usigrai, infine, esortano al “tutti a casa” tanto il direttore generale che il Cda perchè “ventidue mesi senza un piano news è responsabilità di tutti. Nessuno escluso”. (askanews)