La Repubblica Ceca non intende cambiare la propria decisione di non accogliere gli immigrati nonostante la multa di 10 milioni di euro e altre sanzioni
Lo ha comunicato ai giornalisti giovedì a Bruxelles il capo del Ministero dell’interno Milan Hovanets alla riunione del Consiglio dei Ministri degli interni dell’UE, riporta la radio repubblicana.
Martedì i rappresentanti dell’Europarlamento hanno minacciato con diverse disposizioni di legge e multe i paesi che si rifiutano di accogliere i rifugiati dai campi dell’Italia e della Grecia nell’ambito della quota stabilita dalla Commissione europea. Fino ad ora nell’ambito di questo programma i paesi dell’UE hanno riallocato soltanto 18 400 persone delle prestabilite 160 000. La Repubblica Ceca della sua quota di 1600 rifugiati ha accettato solo 12 persone e ha rifiutato di accoglierne ulteriori.
“Pare che stiamo giocando ad un gioco particolare: c’è chi ne ha presi 20 di rifugiati, chi ne ha accolti 12. Chi ne ha presi 20 è considerato quello buono, mentre chi ne ha presi 12 è cattivo. Il sistema delle quote obbligatorie non funziona e non funzionerà” ha detto Hovanets, aggiungendo che gli esperti del dipartimento hanno stimato lepossibili sanzioni finanziarie da parte della Commissione europea di circa 10 milioni di euro.
Alla riunione del Consiglio dei Ministri degli interni dell’UE a settembre 2015 dove la maggioranza dei voti è stata favore delle quote, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l’Ungheria e la Romania hanno votato contro il provvedimento, mentre la Finlandia si è astenuta. Ungheria e Polonia non hanno ancora accolto nessun rifugiato e non hanno intenzione di farlo in futuro.
In relazione a questo l’eurocommissario per gli affari interni Dimitris Avramopoulos martedì ha esortato Varsavia e Budapest a cambiare immediatamente il loro approccio e Praga e Bratislava di tornare ad accogliere i profughi, altrimenti, secondo il commissario europeo, verranno applicate sanzioni legali e finanziarie.
Hovanets giovedì ha ricordato ai giornalisti che il suo paese nell’ambito delle decisioni sulla crisi migratoria fin dall’inizio ha dato un supporto finanziario e materiale importante ai paesi più colpiti da essa. Secondo il Ministro il modello di aiuto più giusto ai paesi colpiti dalla crisi migratoria è stata l’idea della “solidarietà efficiente” proposta nell’autunno dello scorso anno dalla Slovacchia nell’ambito della sua presidenza dell’UE. L’attuale presidio dell’organizzazione a Malta all’inizio andava nella stessa direzione, ma poi, sotto l’influenza di diverse critiche, è tornata alla strategia iniziale al livello più basso della discussione, ha osservato il Ministro ceco.