Finire la scuola superiore in quattro anni anziché cinque. Dopo qualche tentativo avviato con fatica in passato, il ministero dell’Istruzione ha dato il via libera a una bozza di decreto che permetterà a 100 classi prime degli istituti scolastici del secondo ciclo (istituti tecnici e professionali, ma anche statali, licei e scuole paritarie) di sperimentare il nuovo progetto. Il provvedimento ha ricevuto l’approvazione da parte del Cspi, il Consiglio superiore della pubblica istruzione, che ha tuttavia registrato delle osservazioni.
“Adesso dobbiamo valutare e vedere quali sono le osservazioni del Cspi – fanno sapere da viale Trastevere – e poi rivedere il decreto per effettuare eventuale modifiche e quindi rinviarlo al ministro”.
A ogni modo, se verranno rispettati i tempi dell’iter amministrativo, già per l’anno scolastico 2018-2019 gli studenti italiani potranno accedere alle classi e completare il ciclo di studi nel 2022 in soli 4 anni. Così facendo, i ragazzi che testeranno la novità avranno la possibilità di mettere in tasca il diploma a 18 anni, come del resto avviene già in molti Paesi europei, compresi Inghilterra e Germania. Una misura non di poco conto, che potrebbe aiutare ad arginare il fenomeno dell’abbandono scolastico che spesso si verifica proprio al quarto anno.
A presidiare sulla sperimentazione ci sarà il ministero, che attraverso i suoi ispettori si assicurerà di vigilare sul regolare svolgimento del progetto. La bozza di decreto prevede che per partecipare alla sperimentazione le scuole interessate dovranno mettere a punto un progetto che abbia come caratteristica principale l’innovazione didattica, e che l’attivazione potrà essere richiesta per classi composte da 25-30 alunni.
“Si tratta di una sperimentazione di carattere innovativo – spiega all’Adnkronos il dirigente tecnico del Miur Daniela Marrocchi – che segue altre sperimentazioni già effettuate in passato e che stavolta verrà effettuata su larga scala”.
Il progetto mira inoltre a rafforzare l’alternanza scuola-lavoro, già prevista dalla legge, e a valorizzare le tecnologie digitali. Quanto ai programmi scolastici, viale Trastevere assicura che saranno gli stessi previsti per il quinquennio attuale e che se necessario le classi sperimentali potranno rafforzare l’orario settimanale e rivedere il calendario delle lezioni.
Nessun rischio, infine, per eventuali ripercussioni sul corpo docente o sull’offerta formativa. E’ improbabile che l’abbreviazione di un anno del percorso di studi determini tagli al numero di insegnanti o cambiamenti dell’esame di Stato, che rimarrà identico a quello attualmente previsto per il tradizionale quinquennio.”E’ appena stata pubblicata la delega sulle valutazioni sull’esame di Stato – conclude Marrocchi – che subirà dei cambiamenti, quindi anche le classi quadriennali saranno coordinate in base a questo”. ADNKRONOS