Il direttore di Libero, Pietro Senaldi, è stato censurato dal consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia per il titolo comparso sul quotidiano lo scorso 10 febbraio.
“Patata bollente”, scriveva a quattro colonne il quotidiano sopra una foto a tutta pagina della sindaca di Roma, Virginia Raggi. Un titolo che aveva suscitato molto scalpore e anche molta indignazione sui social. Tanto da spingere la Commissione pari opportunità della Fnsi a presentare un esposto alla commissione di disciplina competente chiedendo che fosse avviato un procedimento disciplinare.
L’accoglimento della richiesta ha soddisfatto il sindacato unico dei giornalisti e l’Usigrai che parlando di “una decisione che certifica quanto a noi era apparso subito evidente: scelta inaccettabile e sessista del titolo”.
Libero però non demorde e va avanti con la sua linea spregudicata. Anche ieri il direttore ha mandato in stampa il suo quotidiano con un titolo equivoco e considerato da molte parti quanto meno offensivo e di cattivo gusto, con per protagonisti l’ex premier Matteo Renzi e l’attuale sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi. “Renzi e Boschi non scopano”, ha scritto in apertura del giornale con riferimento alle magliette gialle scese in piazza per pulire Roma.
La sentenza del Consiglio di disciplina non sanziona Feltri
Il Consiglio di disciplina lombardo, ricorda una nota sul sito della Fnsi, ha ravvisato la responsabilità del direttore responsabile Pietro Senaldi per i fatti a lui contestati e ritenuto sanzione adeguata la censura. Mentre ha archiviato il procedimento nei confronti del direttore editoriale Vittorio Feltri, non ritenendo raggiunta la prova che sia stato lui a decidere del titolo.