Maxi inchiesta sulla pedofilia: 900 arresti, 42 in Svizzera

Una vasta inchiesta internazionale su un sito di pornografia infantile ha portato all’arresto di 900 persone nel mondo e l’identificazione di 300 vittime. In Svizzera sono una quarantina le persone coinvolte.

L’inchiesta, durata oltre due anni, è nata in seguito alla chiusura nel 2015 del sito pedofilo Playpen il cui amministratore principale, Steven Chase, è stato condannato la settimana scorsa a 30 anni di prigione, afferma l’FBI in un comunicato.

Playpen, creato nel 2014, era, con i suoi 150’000 utenti, uno dei siti pedopornografici più importanti. Il portale utilizzava l’internet nascosto del “darknet” per mantenere l’anonimato dei suoi utilizzatori.

L’inchiesta dell’FBI su Playpen non è stata esente da controversie: durante le indagini l’FBI ha ad esempio piratato migliaia di computer in oltre cento Paesi, suscitando le critiche delle organizzazioni che tutelano le libertà civili.

L’FBI aveva anche gestito autonomamente il sito Playpen durante una decina di giorni. Lo scopo era di identificare i suoi utilizzatori.

Steven Chase era stato fermato il 19 febbraio 2015, un mese dopo il lancio dell’Operazione Pacifier (Operazione ciuccio) contro il portale Playpen. Negli Stati Uniti sono poi finite in manette 368 persone, nel resto del mondo 548, ha precisato l’FBI.

Da parte sua, l’Ufficio europeo di polizia (Europol), incaricato del “ramo” europeo dell’inchiesta, ha annunciato che nel Vecchio Continente sono state arrestate o condannate 368 persone.

In Svizzera le persone coinvolte sono una cinquantina. “In totale l’FBI ci ha segnalato 46 casi sospetti”, ha dichiarato all’ats la portavoce dell’Ufficio federale di polizia (fedpol) Cathy Maret confermando quanto pubblicato dalla Sonntagszeitung.

Quarantadue sono le persone arrestate o contro le quali è stato avviato un procedimento penale. Nella Confederazione, oltre a fedpol, sono state coinvolte 14 polizie cantonali e comunali.

Le inchieste concernono perlopiù consumatori di materiale pedopornografico. Stando a Maret è però stato possibile scoprire anche alcuni gravi crimini sessuali. Grazie alle indagini si è ad esempio identificato l’autore di un caso di stupro risalente a dieci anni fa.

Più in generale, le segnalazioni concernenti la lotta contro la proliferazione di contenuti pedofili su internet sono in forte crescita in Svizzera. Solo dagli Stati Uniti fedpol lo scorso anno ha ricevuto circa 3000 segnalazioni, ha affermato Maret, confermando quanto scritto da Ostschweiz am Sonntag e Zentralschweiz am Sonntag.

Dopo aver analizzato i dati ricevuti dagli USA, fedpol li trasmette alle autorità giudiziarie cantonali. Ad informare l’FBI della presenza di materiale sospetto presente sulla rete sono i fornitori d’accesso ad internet.

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