“Il meticciato è una realtà ineludibile”: a dirlo è il nuovo arcivescovo di Ferrara, monsignor Gian Carlo Perego.
Un volto noto della Chiesa più impegnata a favore dell’accoglienza dei migranti, con alle spalle ruoli di grande responsabilità in Caritas e fondazione Migrantes.
Il presule, appena insediato nella sede arcivescovile emiliana, ha preso il posto dell’iper-tradizionalista monsignor Luigi Negri, celebre per le prese di posizione anche antitetiche a quelle spesso espresse dal suo successore.
In un’intervista alla Nuova Ferrara, monsignor Perego spiega che “il Paese sta invecchiando rapidamente, se ci chiudiamo moriamo”. E annuncia di essere pronto a concedere udienza al segretario federale della Lega Matteo Salvini che gli ha chiesto un incontro per “spiegargli alcune cose”. Il leader leghista aveva duramente polemizzato contro il nuovo arcivescovo, in particolare per quanto riguarda le parole relative al meticciato.
Parole sicuramente molto distanti da quelle che eravamo abituati a sentire dall’arcivescovo emerito Luigi Negri, solito richiamare l’attenzione “non solo per gli stranieri, ma anche per gli italiani”. Mentre monsignor Negri era stato chiamato a Ferrara nel 2012 da Papa Benedetto XVI, monsignor Perego è stato chiamato a sostituirlo da Francesco nei mesi scorsi, dopo che il vescovo uscente aveva presentato le proprie dimissioni per sopraggiunti limiti d’età.
In molti avevano visto in questo avvicendamento la volontà di sostituire un prelato particolarmente tradizionalista con quello che ormai è noto come “il vescovo dei migranti”.