Il governatore cristiano di Jakarta è stato imprigionato due anni dopo essere stato dichiarato colpevole per “blasfemia”, in un processo considerato come test di tolleranza religiosa nel più grande Paese musulmano nel mondo. La sorprendente sentenza dei giudici in un caso in cui l’accusa aveva chiesto due anni di libertà vigilata per l’imputato, Basuki Tjahaja Purnama, è stato accolto fuori dal tribunale da una folla di musulmani estremisti al grido “Allah è il più grande!“.
Il giudice Dwiarso Santiarto Budi ha dichiarato che i cinque giudici della Corte avevano ritenuto che Purnama è stato “riconosciuto colpevole di blasfemia” ed è stato “condannato a due anni di prigione”. Budi ha inoltre ordinato, che il governatore soprannominato ‘Ahok’, sconfitto nelle elezioni di aprile da un candidato musulmano, di rimanere nella sua carica fino a ottobre.
“Faremo appello”: è stata la risposta dell’imputato. Noto per la sua schiettezza, Ahok aveva detto a settembre che l’interpretazione da parte di alcuni ulema (teologi islamici) di un versetto del Corano secondo il quale un musulmano dovrebbe eleggere un leader della sua fede religiosa “non era corretta”: una dichiarazione che aveva, provocato un’ondata di proteste nel Paese del sud-estasiatico, dove ogni riferimento all’Islam è molto sensibile. Questa dichiarazione è stata sfruttata dai fondamentalisti islamici che hanno fatto pressioni per la sua detenzione. Il governatore è stato quindi incriminato verso la fine del per blasfemia, un reato per il quale sono previsti cinque anni di reclusione. (askanews)