”Strano Paese il nostro, dove si organizzano cortei ‘dell’accoglienza’ per gli immigrati che ‘influiscono positivamente sulla crescita del Pil’ (Emma Bonino pensiero), piuttosto che cercare delle soluzioni al tema della bassa natalità. In questo contesto, ciò che manca è che cosa vogliamo fare della nostra immigrazione dopo gli anni dell’accumulo silenzioso e prima che sia troppo tardi. Prima, cioè, che si inneschi, più o meno inconsapevolmente, un’esplosione razziale a catena, sull’onda dell’umanitarismo e dell’egoismo miope, che produce razzismo”.
Lo scrive Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, in un intervento pubblicato da un giornale online, proponendo delle prime riflessioni in vista della marcia pro immigrati del 20 maggio a Milano che vede Emma Bonino tra i promotori.
”I flussi migratori cui sono attualmente sottoposti l’Italia e gli altri Paesi dell’Europa comunitaria sono di natura profondamente diversa da quelli che nel dopoguerra e per circa un ventennio avevano interessato il Nord Europa. I flussi migratori di allora erano prevalentemente da domanda, quelli degli anni ottanta e quelli attuali sono, invece, prevalentemente da offerta. Che significa questa distinzione? Nel caso di migrazione da domanda prevalgono i lavoratori dipendenti, in settori manifatturieri, a bassa qualifica, in ogni caso pressoché immediatamente inseriti nelle garanzie di welfare proprie dei paesi di destinazione. Questi flussi di immigrati entrano così nel ciclo sociale delle economie di destinazione attraverso il lavoro. I costi-benefici della loro presenza sono perfettamente visibili alle società in cui essi sono inseriti. Gli attuali, l’esatto contrario”.