Per molto tempo ho pensato che il mafioso fosse solo colui che appartiene alla delinquenza organizzata.
di Francesco Alberoni
Poi ho conosciuto e studiato meglio alcune persone e mi sono reso conto che esiste una mentalità mafiosa non solo in Sicilia o in Calabria e non solo nel mondo della malavita ma anche nel campo professionale. Puoi trovare medici, avvocati, professori universitari, politici e amministratori con questa mentalità. Io sono convinto che si tratti di un tipo umano preciso e riconoscibile.
Tanto per cominciare il mafioso è un uomo d’onore. Egli si presenta sempre come il massimo della integrità morale e della più calda affettuosa, sincera generosità. È una figura cordiale, rassicurante, pronta a farvi favori senza chiedere nulla in cambio. Almeno subito, perché nel momento in cui li accettate ai suoi occhi contraete un debito di riconoscenza che potrà esigere quando vuole e nella misura che vuole. Una cambiale in bianco che può essere pesantissima. Il mafioso è caratterizzato da una infinita volontà di dominio. Non vuol realizzare un progetto, un sogno, il suo scopo è acquistare sempre nuove cariche e quindi sempre nuovo potere su altri uomini che poi tratterà come burattini, come servi.
Questo tipo umano si è addestrato a mentire, a dissimulare le sue emozioni. Prepara a lungo i suoi tranelli ed è difficile scoprire il suo inganno prima che abbia colpito. Può vivere per anni, come amico, a fianco della persona che ha già deciso di distruggere.
Di solito non ostenta. Nel film Il padrino parte II il più potente di tutti i capi mafia, Hyman Roth, vive poveramente in una casetta anonima nei sobborghi di Miami. E anziché nascondere il suo precario stato di salute, ne parla apertamente per dare l’impressione di apparire ormai impotente, quindi non pericoloso. Perché non ha altri valori che il potere, non ha altro interesse che il potere. Tutto per lui, morale, religione, cultura, amicizia, sentimenti, politica, tutto è mezzo. Quando governa una istituzione gode nell’incutere terrore ed instaura un clima di paura e di odio. Prima si sbarazza dei migliori e poi opprime, senza freni, i suoi prigionieri impotenti.