Isis, Minniti: prepararsi al ritorno dei jihadisti in Italia

Il ministro Minniti: “Bisogna essere pronti al ritorno dei foreign fighters”

 

Nel momento in cui lo Stato Islamico viene sconfitto militarmente sul campo, come sta avvenendo da mesi dall’Iraq alla Siria, c’è il tema dei foreign fighters di ritorno”. Lo dice il ministro dell’Interno, Marco Minniti, in una lunga intervista al settimanale Gente, parlando dell’accordo con Tripoli per la gestione dei flussi migratori come di un “primo passo” perché ha a che fare con i trafficanti di uomini, ma anche con il terrorismo.

Siccome erano tra 25 e 30 mila, provenienti da cento Paesi del mondo (ma come? in Siria non c’era una guerra civile, una rivolta spontanea di popolo?, ndr), la più imponente legione straniera di tutti i tempi – spiega il titolare del Viminale – bisogna prepararsi perché una parte tenterà di tornare: ed è molto importante che l’Italia, che è Paese di frontiera dell’Unione Europea, abbia assunto il ruolo di apripista con questo accordo”.

Sui rimpatri sottolinea che “non sono così semplici da realizzare, a cominciare dall’identificazione dell’immigrato. Ma io non mi accontento dell’accompagnamento alla frontiera, cosa che abbiamo sempre fatto, ma che è un’ipocrisia”, per questo si “coltivano” gli accordi di riammissione e si lavora a quello di collaborazione con la Libia, Paese di transito per oltre il 90% degli irregolari che raggiungono le nostre coste.

La Libia non è un paese stabilizzato – spiega Minniti – per cui dobbiamo fare una doppia operazione: governare i flussi migratori e lavorare per rafforzare i processi di stabilizzazione. Ad oggi abbiamo completato il ciclo di formazione della guardia costiera libica e consegnato due motovedette: entro giugno arriveremo a dieci. Ma è un percorso e questo è solo l’inizio”.

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