“Qualità del cibo pessima e costi alti”, si svuotano le mense scolastiche

La battaglia per il “panino libero” sta prendendo sempre più piede nelle scuole italiane, rischiando di mettere in crisi le mense e le casse dei Comuni.

 

La battaglia è iniziata a Torino a causa della bassa qualità del cibo servito ai bambini, con episodi più gravi come insetti trovati nei piatti, e dell’alto costo del servizio. E quando la Corte d’Appello della città sabauda ha dato ragione ai genitori con una sentenza che riconosceva il diritto soggettivo a portarsi il pasto da casa, per molti è diventata una “questione di principio”.

Il ministero all’Istruzione ha fatto ricorso ed ora attende il pronunciamento della Cassazione. Intanto ha annunciato un tavolo tecnico col dicastero della Sanità per aggiornare le linee guida sulla ristorazione scolastica. “Il servizio mensa è essenziale, un momento centrale per la didattica”, ha ribadito la ministra Valeria Fedeli, sottolineando la necessità di sbarrare la “strada alla scuola fai-da-te”.

Le rinunce al servizio del refettorio scolastico sono in aumento e si diffondono a macchia d’olio, soprattutto al Nord, anche se i numeri sono ancora bassi rispetto ai tre milioni di pasti serviti tra i banchi lo scorso anno, scrive La Repubblica.

Il boom si è avuto proprio a Torino: i tremila rinunciatari di settembre sono diventati 5.841 nel secondo quadrimestre, su un totale di 30mila. Il “panino libero”ha così portato, negli ultimi tre mesi del 2016, a un calo di entrate di un milione di euro per le casse del Comune. In altre città le disdette sono ancora basse: 108 a Verona, 90 a Genova, una decina a Milano, 25 a Venezia e Mestre, una cinquantina a Fiumicino, una sessantina a Bologna.

Se le disdette dovessero continuare a aumentare, il danno per le casse dei Comuni sarebbe rilevante. Ma le istituzioni non ne fanno solo una questione economica, ma educativa. “Si mette in crisi un sistema educativo, una scuola dell’inclusione – ha dichiarato Lorenza Patriarca, preside dell’istituto Tommaseo di Torino – Dietro c’è l’idea che lo Stato non possa decidere per me, un po’ come per i vaccini”.

La replica dei sostenitori del “panino libero”, invece, punta il dito contro il servizio scadente e invita le amministrazioni ad assumersi la responsabilità di migliorare i refettori delle scuole. Se la qualità fosse migliore e i costi più bassi, molti genitori, assicurano, farebbero marcia indietro sul pasto portato da casa. il giornale