Complottismi deliranti e fake news di regime contro Marine Le Pen

Adesso manca solo che qualcuno riveli un’alleanza segreta tra l’Isis e Marine Le Pen e possiamo completare le fake news di regime, con annesso complottismo. Dopo l’ennesima strage di Parigi sono stati in tanti a sostenere che il terrorismo islamista fa il gioco del Front National, è il suo Grande Elettore.

Peggio di tutti ha saputo fare la Repubblica in Italia che ha dedicato una pagina intera ad un personaggio come Marek Halter presentandolo addirittura come un filosofo (ma è un esponente e un militante dell’antirazzismo e del pacifismo) che sosteneva la seguente, delirante tesi: “Marine Le Pen è il cavallo di Troia dei terroristi per infiltrare nella nostra società l’intolleranza e il razzismo. I terroristi vogliono far vincere il Fn”.

Poi per completare l’argomentazione demenziale, ha aggiunto: “ma saranno i giovani a fermare la Le Pen” quando tutte i sondaggi ripetono che proprio tra i giovani il Front National fa il pienone, è il primo partito tra gli under 26.

Tornando alla realtà non c’è alcun automatismo di causa ed effetto tra l’attentato e il voto in favore della Le Pen.

Sappiamo anzi per esperienza non solo nostrana che quando la paura cresce di solito si temono i cambiamenti e ci si aggrappa al potere vigente. La popolarità di Hollande era a zero in Francia quando la strage del Bataclan gli ridette un po’ di fiato e lo fece risalire nel gradimento.

In realtà la partita francese è controversa e ci pare titanica l’impresa di Marine Le Pen. A voler azzardare una previsione, dirò che supererà il primo turno ma difficilmente riuscirà a vincere il ballottaggio per l’Eliseo.

Perché lo spiegamento di forza di terra, di cielo e di stampa contro di lei è spaventoso, si sono messi in moto meccanismi di ogni tipo, anche internazionali. Si creerebbe una coalizione generale contro di lei, una conventio ad excludendum.

A lei va riconosciuto che ha combattuto una campagna elettorale efficace ed equilibrata, non hanno potuto incastrarla su niente, il suo elettorato è motivato e compatto, a differenza di quello dei suoi avversari.

Tutti i giornali paventano la sua vittoria, ma potrebbe essere un salutare segnale di risveglio per la Francia e per l’Europa. A cominciare da noi, coinquilini del piano di sotto, che dopo la parodia del gollismo, abbiamo adottato la parodia del populismo, nella forma del grillismo.

Infine il terrorismo. Attentati come quello di giovedì dimostrano che non c’è nessuna strategia dell’Isis a livello mondiale, gli attentati godono di una visibilità mediatica eccezionale ma sono modesti, malriusciti e soprattutto sono compiuti da sbandati, criminali comuni, individui psichicamente disturbati.

Nulla di paragonabile con l’11 settembre. E nonostante la minaccia a livello planetario, poi il raggio d’azione è circoscritto finora a una fetta di nord Europa: la Francia è stato finora il suo obbiettivo principale.

Il terrorismo di matrice islamica diventa un collettore di pericolosi disadattati; l’Isis fornisce loro un alibi ideologico e pseudo-religioso e soprattutto un marchio famoso e temibile a cui associarsi. Un franchising del terrore.

Marcello Veneziani –  Giornalista, scrittore, filosofo