PARIGI, 21 APR – Nell’Audi 80 di Karim Cheurfi, il terrorista ucciso ieri sera sugli Champs-Elysées, la polizia ha ritrovato appunti scritti a mano con l’indirizzo della Dgsi, i servizi di informazione, del commissariato di Lagny, nella banlieue vicina a dove abitava l’uomo, e di tre armerie. Nella stessa auto, riferiscono i media, insieme ad un fucile a pompa e ad alcuni coltelli, c’erano un Corano e fogli scritti inneggianti all’Isis. ansa
Karim Cheurfi, rilasciato poco prima dell’attentato, schedato, radicalizzato, con pesanti precedenti, già 15 anni fa era stato condannato per tentato omicidio di un agente, quindi per aver assalito una guardia in carcere.
Secondo i media francesi, il fermo di Karim Cheurfi, avvenuto il 23 febbraio, fu dovuto al fatto che gli agenti si resero conto che l’uomo non aveva rispettato i domiciliari e l’obbligo di cure psichiatriche, decisi dal tribunale in relazione al suo precedente arresto. Il giudice responsabile dell’applicazione delle pene non ritenne però che ci fossero motivi sufficienti perché l’uomo tornasse in carcere.
Secondo quanto riportato sulla sua “fiche S” con cui era stato schedato, il presunto attentatore era nato il 31 dicembre 1977 a Livry-Gargan a Seine-Saint-Denis ed era residente a Chelles (a Seine-et-Marne, vicino Parigi). Al momento della morte aveva dunque 39 anni.
Prove di radicalizzazioni nella casa materna – “Elementi della radicalizzazione” di Karim Cheurfi, “tra cui un libretto salafita”, sono stati ritrovati dagli inquirenti in casa di sua madre a Chelles. E’ quanto scrive Le Parisien.