Non è normale che dai porticcioli libici partano 8500 migranti in poche ore. Un pullulare di barconi tutt’insieme ha preso il mare ed è andato incontro alle navi umanitarie. Un concatenarsi di eventi che ha messo in ginocchio il sistema di accoglienza dell’Italia e nelle stanze del governo ha generato il sospetto che questa escalation non sia stata casuale.
Scrive Grignetti sulla Stampa «Un’azione logistica fuori dal comune, quasi di stampo militare», dice chi è a conoscenza del dossier. Un’azione sicuramente concertata. E ora è caccia ai registi.
Gli investigatori italiani hanno ricostruito la rotta dei gommoni, i porti di partenza, gli orari, i punti di incontro con le navi umanitarie, e si sono convinti che la Pasqua del 2017 abbia segnato un punto di svolta. Dietro le partenze si pensa che quantomeno ci sia la grande criminalità organizzata della Libia, ma non solo. Si guarda alle connection politiche in loco. Potrebbe essere scattata un’operazione per minare definitivamente il ruolo del premier Sarraj, che si era impegnato con l’Italia a far qualcosa contro gli scafisti. Ma non si perde di vista il secondo protagonista di questa vicenda: le navi delle Ong. Chi sono i veri finanziatori, da dove giungono le loro navi, quali inconfessabili accordi potrebbero avere alcune organizzazioni. Intelligence, polizia e militari sono stati tutti mobilitati, ciascuno per la propria parte, a trovare le risposte.
Dalle audizioni che si tengono al Senato emerge come negli ultimi mesi le navi umanitarie abbiano surclassato le flotte ufficiali. Sistemandosi al limite delle acque territoriali libiche ed esercitando una «ricerca attiva», l’internazionale della solidarietà francese, tedesca e spagnola fa il pieno di migranti e poi, appellandosi alla legge del mare, li consegna nei porti italiani. Secondo lo stesso Renzi, «c’è un problema europeo, che prima o poi verrà fuori. Non è possibile che l’Europa abbia 20 navi che prendono e portano solo in Sicilia». […]
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Scrive Lucio Malan su twitter: Comm. Difesa Senato. Cariplo è tra i finanziatori di SOS Méditerranée. Il responsabile di SOS Méditerranée conferma: “li carichiamo a pochi chilometri dalla costa libica”. Save The Children spiega che di solito la loro nave rientra solo quando è a pieno carico di immigrati.
“In 3 giorni salvati nel Canale di Sicilia oltre 8.500 tra donne e bambini”. Le donne sono 183, il 2%. Vicino a Tripoli, non nel Canale