Dopo la discussione sulla piattaforma Rousseau, il M5S partorisce definitivamente il suo programma esteri e non mancano le prime sorprese. In un documento di 10 pagine pubblicato sul blog di Grillo e presentato ieri in conferenza stampa dai deputati della Commissione Esteri Di Battista, Spadoni,Di Stefano e Lucidi il M5S manifesta più chiaramente la sua visione e il suo definitivo cambiamento rispetto ai propositi iniziali.
Il documento critica espressamente la politica unilaterale dei neocon americani in politica estera, affermatasi in particolare dopo il crollo del muro di Berlino e che ha portato alla dottrina delle guerre preventive in Iraq e in Afghanistan. In questo senso per limitare e contrastare il ruolo unipolare degli Stati Uniti, per il M5S è essenziale riconoscere «il diritto supremo alla sovranità territoriale, politica, alimentare, energetica, culturale e monetaria di ogni Paese; il diritto irrinunciabile alla difesa della propria indipendenza con ogni mezzo, per il raggiungimento o il mantenimento della propria sovranità».
LA MONETA
Se si seguisse alla lettera questo proposito nella voce del documento che riguarda la posizione del Movimento riguardo alla moneta unica, «Europa senza austerità», ci si sarebbe aspettato di vedere un rifiuto dell’euro e un’uscita dell’Italia dall’unione monetaria che tanti danni sta portando all’economia italiana. E invece no. Dopo aver descritto efficacemente il meccanismo alla base dell’euro, una moneta sottovalutata per i paesi del Nord Europa Olanda e Germania, e sopravvalutata per quelli del Sud, si propone una «revisione radicale dei trattati, concordando soluzioni alternative all’euro, piuttosto che continuare in un progetto insostenibile ed iniquo». Se il M5S è per la sovranità monetaria in ogni paese come ha dichiarato espressamente all’inizio del documento sotto la voce «Sovranità e indipendenza», la soluzione alternativa all’euro, dovrebbe essere di conseguenza il suo definitivo abbandono.
La soluzione invece per il Movimento non è questa, ma quella della costruzione di un’improbabile cordata dei «Paesi dell’Europa del Sud in grado di dialogare con tutto il cosiddetto Mediterraneo allargato per superare definitivamente le politiche di austerità e rigore legate alla moneta unica, facendo fronte comune, in ambito negoziale, per ottenere una profonda riforma anche dell’Unione Europea». Ad oggi nei governi dei paesi del Sud Europa ci sono primi ministri come Mariano Rajoy in Spagna e Alexis Tsipras in Grecia, i quali non hanno manifestato nessuna seria intenzione di mettere in discussione le politiche di austerità dell’UE, né tantomeno hanno proposto un’uscita dalla moneta unica.
Resta comunque certo che nel programma dei grillini non c’è l’obbiettivo di uscire né dall’euro, né dall’UE e risulta difficile comprendere come si possa essere a favore della sovranità in ogni sua forma, volendo restare contemporaneamente all’interno di due strutture, euro ed UE, che limitano pesantemente la sovranità dell’Italia. Ancora più difficile è invece comprendere come si possa parlare nel documento di lotta all’austerità e di riforma dell’Unione Europea, quando il M5S aveva chiesto espressamente di entrare al Parlamento Europeo nell’Alde, il gruppo presieduto da Guy Verhofstadt, uno dei pasdaran più convinti di Bruxelles e acerrimo sostenitore di tutte le politiche di austerità fatte dall’Europa in questi anni.
L’ATLANTISMO
L’altro definitivo cambio di rotta in politica estera riguarda l’appartenenza dell’Italia alla NATO. In passato il M5S aveva espresso dichiaratamente la volontà di rimettere in discussione l’appartenenza all’Alleanza Atlantica, in un post del 12 gennaio 2017 pubblicato sul blog di Grillo e firmato proprio da Manlio Di Stefano dal titolo «La strategia della tensione della Nato mette a rischio l’Europa». Nel post Di Stefano chiede che la «partecipazione italiana all’Alleanza Atlantica sia ridiscussa nei termini e sottoposta al giudizio degli italiani».
Ma nel documento di ieri non si menzionano più questi due propositi quanto la necessità di «un percorso di adeguamento dell’Alleanza Atlantica (Nato) al nuovo contesto multilaterale, sostenendo un inquadramento delle sue attività in un’ottica esclusivamente difensiva». Quindi non c’è evidentemente la volontà di uscire dalla Nato, ma un fumoso proposito che parla di percorso di adeguamento. Gli Usa hanno chiesto di aumentare le spese della Nato e per il momento non esiste nessuna volontà di cambiarne le finalità. Se non ci fosse nessuna volontà di cambiare le funzionalità della Nato, il M5S intenderebbe ancora farvi parte o uscirne? Non è noto, al momento. Sabato scorso ad Ivrea c’erano il presidente della Trilaterale Italia e l’ad di Google Italia. Probabilmente loro sono tra i più soddisfatti del programma esteri del M5S.
Di Paolo Becchi e Cesare Sacchetti su Libero, 19/04/2017