Legittima difesa all’esame da 2 anni, braccio di ferro Lega-Pd

E’ al centro di un braccio di ferro tra Lega e Pd la proposta di legge per rafforzare la legittima difesa in discussione in Parlamento da due anni. Il tema è tornato alla ribalta circa un mese fa dopo il caso del ristoratore del lodigiano che ha ucciso un ladro che si era introdotto nel suo locale con alcuni complici e l’annuncio di Matteo Salvini di una manifestazione nazionale della Lega a Verona il 25 aprile.

E’ dal 2006 che il codice prevede la legittima difesa quando si reagisce a una aggressione e la reazione rappresenta l’unico rimedio possibile nell’immediato per evitare una “offesa ingiusta”. Il codice prevede che la difesa debba essere, comunque, “proporzionata all’offesa”.

L’11 novembre 2015, la Lega Nord ha presentato a Montecitorio un testo, a prima firma di Nicola Molteni, che prevede la legittima difesa in tutti i casi di violazione dell’abitazione o del luogo in cui si svolge il proprio lavoro. Il testo, riprendendo una previsione del codice penale francese, prevede infatti che corrisponda direttamente a “difesa legittima” quella di chi semplicemente agisce “per respingere l’ingresso, mediante effrazione o contro la volontà del proprietario, con violenza o minaccia di uso di armi da parte di persona travisata o di più persone, in un’abitazione privata, o in ogni altro luogo ove sia esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale”.

La proposta di legge è stata però riscritta durante la discussione in commissione Giustizia con l’approvazione di un emendamento del Pd a firma di David Ermini. Il nuovo testo non va a modificare più l’articolo del codice penale relativo alla legittima difesa ma quello sulle attenuanti. E introduce il concetto che non sussista l’eccesso di legittima difesa qualora ci sia una situazione di “grave perturbamento psichico” in chi ha agito in propria difesa. La situazione di “grave perturbamento psichico”, già prevista dal codice, viene valutata dal giudice nei casi, ad esempio, in cui una aggressione avvenga di notte, da parte di una persona armata o con il volto coperto in una casa con persone anziane, donne o bambini o ai danni di qualcuno che abbia già subito precedenti aggressioni.

Dopo la modifica del testo, al momento dell’approdo in Aula il 21 aprile 2016, il provvedimento è stato rimandato in commissione su proposta di Ap (sostenuta dal Pd) e il relatore, il leghista Molteni, si è dimesso dall’incarico. A questo punto dovrà ripartire l’esame e si dovrà provvedere a una nuova calendarizzazione in Aula. Ma, al momento, l’iter sembra fermo.

Si parla invece di stretta sui furti in casa nel ddl di riforma del processo penale in discussione al Senato. Nel provvedimento si prevedono pene aumentate per questo tipo di reati, senza alcun riferimento alla legittima difesa di chi subisce il furto. Una volta approvato dovrà comunque tornare a Montecitorio per una nuova lettura. ANSA