In Trentino il denaro liquidato a soggetti e associazioni coinvolti nell’accoglienza straordinaria dei migranti passa dai 1.345.967,03 euro del 2014 ai 5.408.693,51 del 2015.
Il dato è contenuto in una tabella (clicca qui) alla risposta dell’assessore Luca Zeni ad un’interrogazione del consigliere provinciale del Movimento 5 Stella Filippo Degasperi.
“Sappiamo che nel 2016 le cifre sono ancora cresciute e per questo abbiamo puntualmente chiesto l’aggiornamento dei dati”, afferma Degasperi in una nota.
Il consigliere M5S segnala un lungo elenco in cui troviamo associazioni, cooperative, “imprese che raddoppiano, triplicano, quadruplicano, decuplicano i proventi derivati dai servizi o dai beni destinati ai richiedenti asilo”. “Curioso che presso alcuni fornitori la Provincia, anziché acquistare quanto necessario, apra un credito a favore del richiedente asilo che può ‘acquistare’ (a spese dei trentini) non meglio precisati beni extra alimentari per cifre anche degne di nota”, sottolinea Degasperi.
La Storia purtroppo insegna che anche le grandi tragedie sono momenti che consentono a molti di arricchirsi e di trarre vantaggio (lecitamente, sia chiaro), spesso però a danno dei cittadini o di intere comunità.
Anche il dramma dell’immigrazione fuori da qualsiasi regola o forma di controllo che l’Italia sta subendo ormai da anni non sfugge a questo paradigma. Pochi si arricchiscono grazie alle scelte politiche, tanti sono costretti a pagare e diventano sempre più poveri.
Cifre da capogiro che potrebbero mantenere intere città o risolvere gravi problemi di pensionati, disabili, disoccupati o famiglie in seria difficoltà che non hanno ormai più nemmeno i soldi per far studiare i figli, e che queste siano straniere o italiane poco importa. Una spesa senza controllo, nella consapevolezza che non servirà a nulla. Fiumi di soldi letteralmente buttati nei tombini. Incredibile!
È scorrendo la lista delle spese che si capisce quanto la situazione sia sfuggita al controllo di tutti.
Curioso poi che presso alcuni fornitori la Provincia, anziché acquistare quanto necessario, aprano un credito a favore del richiedente asilo che può “acquistare” (a spese dei trentini) non meglio precisati beni extra alimentari per cifre anche degne di nota. Di cosa si tratti non è dato sapere visto che l’assessore si è ben guardato dal rispondere in maniera puntuale al quesito, o quanto meno rispondendo evasivamente, “Per i fornitori specificati si precisa che è stato acquistato un credito presso gli stessi spendibile dai beneficiari del progetto secondo l’importo mensile concesso. Presso gli stessi fornitori, pertanto, i beneficiari dell’accoglienza straordinaria potevano acquistare generi alimentari ed extra–alimentari. Si precisa che il fornitore W. F. è stato inserito erroneamente nell’elenco e allo stesso non è stato affidato alcun incarico relativo all’accoglienza straordinaria”. – risponde l’assessore.
Nella lista si va dai 22 mila euro per i noleggiatori che portano in giro i migranti, ai 28 mila euro per un edicolante per i giornali per i profughi, ai 35 mila euro alla protezione civile per lavori di controllo, ai 79 mila euro per una rivendita di tabacchi, (senza sigarette i profughi non possono rimanere) ai 10 mila euro a Cisalfa per l’acquisto di materiale sportivo, più innumerevoli spese che fanno riflettere sulla gestione dell’immigrazione in Trentino.
Non mancano fotografi, agenzie di viaggi, hotel, alberghi, aziende per il servizio alle persone, il servizio della croce rossa (50mila euro) numerose farmacie, supermercati con i conti aperti, gelaterie, aziende di fast food, rivendite tabacchi e una miriade di aziende che offrono servizi non meno precisati. Nella lista sono presenti anche gli affitti pagati ad Itea e ai cittadini privati che hanno messo a disposizione i propri appartamenti ai richiedenti asilo
C’è persino una parrocchia che ha preteso 15 mila euro per servizi non precisati, alla faccia della carità. Ma quando a pagare sono i cittadini anche quella sparisce come d’incanto.
Insomma, un vero business per tutti, finanziato dagli ignari e ingenui cittadini trentini, alcuni dei quali, che magari, faticano anche ad arrivare alla fine del mese.