“Ho lavorato in questo Palazzo per ventitre anni, e prima ancora altri cinque a Strasburgo. La passione mi ha tenuta viva e integra. Fare politica non è un mestiere, ed è impossibile servirla senza quel fuoco che arde. Finita questa legislatura lascerò il campo”. Lo afferma al Fatto Quotidiano Rosi Bindi che annuncia così il suo addio alla politica.
“Ho lasciato una casa incompiuta – dice Bindi sul Pd – e ora la ritrovo un po’ diroccata. Il Pd come si è visto non funziona se si trasforma in un carro al seguito dell’uomo solo al comando. Non era nato per stare tutto il tempo ad applaudire il leader ma per essere la sintesi di diverse culture: socialista, cattolica, ambientalista, liberale. Se riprende quella strada, forse avrà vita”.
All’osservazione che Matteo Renzi ha comunque già ipotecato la vittoria bis, Bindi osserva: “Non è detto. La partita è ancora aperta, sia Andrea Orlando che Michele Emiliano sono due competitori veri. La poltrona di segretario non è già assegnata. Chi vuol far passare questo messaggio rende le primarie inutili”. ANSA