Governi e maggioranze cambieranno pure, ma certi vizi sembrano non avere né tempo né colore. Anzi, a sinistra certi vezzi sono proprio una passione. Perché in tempi di vacche magre, di tagli al bilancio e manovre correttive in arrivo, la solita infornata di consulenti è un vero lusso.
E per rendersi conto di come funziona il meraviglioso mondo renziano, basta fare un giro nei siti dei vari dicasteri per scoprire quanto siano ricche le liste dei collaboratori esterni. All’ appello mancava solo il ministero dell’ Istruzione, quello guidato da Valeria Fedeli, che ha impiegato un bel po’ di tempo prima di comunicare la lista dei suoi collaboratori più stretti. Alla fine, però, è arrivata. Segno evidente che usare il manuale Cencelli non è poi così facile.
Come racconta il quotidiano La Notizia, tra renziani e mariniani, tutte le correnti sono state accontentate. Tra le 17 consulenze affidate dal ministro, ad esempio, spicca Andrea Giorgio che, per 60mila euro annui, si occuperà di redigere dossier ad uso e consumo della Fedeli. Giorgio è un giovane rampante del Pd, corregionale di Renzi, tanto da essere stato segretario dei Giovani democratici della Toscana, prima di andare a lavorare con la Fedeli a Palazzo Madama e poi al Miur. Nella lista c’ è anche Marco Campione, uomo del Pd della Lombardia, in passato già assistente al Miur dei sottosegretari dem Roberto Reggi prima e Davide Faraone poi. Come se non bastasse, Faraone ha lasciato al ministero non solo Campione, ma anche un’ altra sua ex assistente, Giuseppina Avola, giornalista di supporto all’ ufficio stampa.
Un’ altra fedelissima della ministra Fedeli è Alessia Milan, compagna di vita di Luca Di Bartolomei, ex responsabile Sport del Pd, che si è ritagliato un po’ di notorietà quando ha detto di volere un referendum sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi. Nel 2013 la Milan diventa assistente politica della Fedeli, eletta vicepresidente al Senato. Infine ampio spazio anche agli uomini dell’ ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, per i quali la Fedeli pare avere una «forte passione». Non sa mai…
di Enrico Paoli — LIBERO