Canada: Avviare l’islamizzazione!

  • La sindaca di Brampton, nell’Ontario, Linda Jeffrey, è sembrata essere noncurante degli appelli lanciati a Toronto per colpire gli ebrei.
  • Anche l’establishment politico non sembra preoccupato che gli imam dicano che il precetto islamico che considera lecito possedere schiave è ancora in vigore. Allo stesso tempo, le statistiche mostrano che quando si tratta di crimini d’odio, gli ebrei sono di gran lunga il gruppo maggiormente preso di mira.
  • Nessuno – né i media né i politici – si è preso la briga di chiedersi se esista una connessione significativa fra l’odio virulento nei confronti degli ebrei che viene predicato nelle moschee e il numero elevato di crimini motivati dall’odio contro gli ebrei. Piuttosto, l’intero parlamento canadese si preoccupa di condannare “l’islamofobia”.

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Nelle moschee canadesi, gli imam esortano da anni a uccidere gli “infedeli”, soprattutto gli ebrei. Questo fermento sembra non aver avuto alcun impatto visibile sui parlamentari canadesi, a quanto pare troppo occupati con petizioni e mozioni che vietano la presunta “islamofobia”.

Nel 2009, ad esempio, un imam della zona di Toronto, Said Rageah, all’Abu Huraira Centre, ha chiesto ad Allah di “distruggere” i nemici dell’Islam dall’interno e “maledire” gli “infedeli” ebrei e cristiani.

Ayman Elkasrawy, imam della moschea Masjid Toronto (nella foto, in prima fila, vestito di bianco), ha detto in un video: “…Uccidili uno ad uno e non risparmiare nessuno di loro. (…) Dacci la vittoria sul popolo dei miscredenti. (…) Concedi la vittoria all’Islam. (…) Purifica la Moschea di al-Aqsa dal sudiciume degli ebrei!” (Fonte dell’immagine: Video screenshot di Masjid Toronto attraverso The Rebel)

“Allah ci protegga dalla fitna [sedizione, tormento] di questa gente. Allah ci protegga dai piani malvagi di questa gente. Allah, distruggili dall’interno e non permettergli di alzare la testa”, così pregava l’imam.

Nel 2012, Sheikh Abdulqani Mursal, imam della moschea Masjid Al Hikma di Toronto, ha precisato che gli ebrei sono destinati a essere uccisi dai musulmani. Citando le parole di un hadith, egli ha detto:

“Combatterete contro gli ebrei e li ucciderete (…) i musulmani li uccideranno fino a quando gli ebrei si nasconderanno (…) e una pietra o un albero dirà: ‘C’è dietro di me un ebreo, venite qui e uccidetelo…'”.

Nel 2014, l’imam Sayed AlGhitawi, nel Centro islamico Al Andalous, a Montreal, ha pregato per il successo del jihad e la totale distruzione degli ebrei:

“O Allah, dai la vittoria ai nostri fratelli che sono impegnati nel jihad (…) distruggi gli ebrei maledetti (…) rendi orfani i loro figli e vedove le loro mogli (…) uccidili uno ad uno (…) non lasciare [vivo] nessuno di loro”.

Nel 2016, durante la festività musulmana del Ramadan, l’imam Ayman Elkasrawy, della moschea Masjid Toronto ha asserito quanto segue:

“…O Allah! Conta il loro numero. Uccidili uno ad uno e non risparmiare nessuno di loro. (…) Dacci la vittoria sul popolo dei miscredenti. (…) Concedi la vittoria all’Islam. (…) Umilia i (…) politeisti. (…) Distruggi chiunque sradichi i figli dei musulmani. (…) Conta il loro numero. Uccidili uno ad uno e non risparmiare nessuno di loro. (…) Purifica la Moschea di al-Aqsa dal sudiciume degli ebrei!”

Un altro imam, a Toronto, Shaykh Abdool Hamid, ha recitato preghiere simili in almeno otto occasioni tra il 2015 e il 2016.

Nel febbraio scorso, dopo essere stato denunciato come estremista da CIJ News, l’imam Ayman Elkasrawy si è scusato per le sue parole, che, pur essendo state postate su You Tube, non intendevano raggiungere i canadesi non arabofoni:

“Né io né la moschea Masjid Toronto e nemmeno la congregazione nutriamo alcuna forma di odio nei confronti degli ebrei. E pertanto desidero scusarmi senza riserve per aver detto qualcosa di sbagliato durante la preghiera del Ramadan scorso…”.

Il capo della moschea, il dottor El-Tantawy Attia, ha assicurato in un’intervista al Toronto Sun che nella sua moschea non si predica l’Islam radicale:

“È stato un errore. Non era autorizzato. Non sarebbe dovuto accadere e abbiamo chiesto scusa, e io ho parlato con i miei amici ebrei. (…) Ero così arrabbiato. Sono rimasto sorpreso. In 45 anni qui, non ho mai sentito niente del genere”.

Attia ha inoltre garantito al Toronto Sun che lui e la moschea “sarebbero andati in fondo a questa storia conducendo un’indagine”. Ha anche asserito che in attesa dell’inchiesta, l’imam era stato “sospeso”. Tuttavia, il capo della moschea ha poi affermato di nutrire dubbi sul fatto che Ayman Elkasrawy avesse “detto sul serio”. E ha aggiunto: “Noi siamo per la pace”.

Certo che lo sono.

Quello che però ha sorpreso ancora di più è stata la disponibilità dell’opinione pubblica a credere alle scuse ipocrite e incredule formulate dall’imam. Anziché attendere un’indagine della polizia, il Toronto Sun ha riportato che “persone di ogni estrazione sociale e fede hanno formato ‘un anello intorno’ alla moschea per proteggerla dalla ‘islamofobia‘”.

Anche la sindaca di Brampton, nell’Ontario, Linda Jeffrey, è sembrata essere noncurante degli appelli lanciati a Toronto per colpire gli ebrei, trovando invece il tempo di criticare i genitori che protestavano contro le preghiere islamiche del venerdì – che si svolgono nei cortili delle scuole pubbliche, con tanto di sermoni, di solito in arabo – definendole “fucine di disinformazione e discorsi di incitamento all’odio”.

Mentre l’establishment politico è troppo occupato a diffamare coloro che nutrono legittime riserve sulla potenziale islamizzazione del sistema scolastico pubblico, l’Università di Toronto, a Mississauga, ha assunto una convertita all’Islam, la dottoressa Katherine Bullock, come docente presso il dipartimento di Scienze Politiche. Nel novembre 2014, la Bullock ha partecipato a una tavola rotonda organizzata dalla Muslim Law Students Association alla York University sull’anti-radicalizzazione in Canada.

Nel suo intervento, la Bullock ha dichiarato che l’Occidente ha sbagliato tutto per quanto riguarda la definizione dei radicali musulmani:

“Pertanto, se sei un nazionalista iracheno contrario all’occupazione del tuo paese da parte degli Stati Uniti e combatti contro di loro, e se credi nel Califfato e nella Sharia, sei [considerato] un radicale, sei stato radicalizzato. Ma da un punto di vista islamico non c’è assolutamente nulla di radicale nel volere il Califfato o la Sharia. Si tratta di punti di vista completamente normali e tradizionali”.

Almeno la Bullock è sincera.

Anche l’establishment politico non sembra preoccupato che gli imam dicano che il precetto islamico che considera lecito possedere schiave è ancora in vigore. Il dottor Ewis El Nagar, a capo dell’Islamic Edicts Committee del Consiglio degli imam del Quebec e imam leader di dawah (proselitismo, “chiamata – appello – all’Islam”) al Canadian Islamic Centre di Montreal sostiene che il precetto islamico secondo il quale è lecito sposare ragazze schiave[1] non è stato abrogato ed è applicabile quando il “jihad legittimo” viene lanciato contro i miscredenti.

Inoltre, l’establishment politico canadese non sembra preoccuparsi che imam di spicco si dicano favorevoli al fatto che i mariti picchino le mogli. Il cappellano musulmano dell’esercito canadese, il dottor Mohammad Iqbal Masood Al-Nadvi – che è a capo del Consiglio canadese degli imam e anche presidente dell’ICNA (Circolo islamico del Nord America) Canada, un’organizzazione su scala nazionale con stretti legami con il gruppo terroristico Hamas e i Fratelli Musulmani – nel febbraio 2015 spiegava così i versetti coranici che ammettono la liceità della violenza domestica:[2] “Questo è il punto in cui ad esempio il Corano dice (…) e l’hadith dice: ‘se fate questa cosa, potete picchiarla o lasciarla sola [evitare di dormire con la propria moglie] (…) Basta tenere segreta la questione”. In altre parole, è giusto picchiare la propria moglie, ma a porte chiuse.

Allo stesso tempo, le statistiche mostrano che quando si tratta di crimini d’odio gli ebrei sono di gran lunga il gruppo maggiormente preso di mira. Secondo il Toronto Police Service Annual Hate/Bias Crime Statistical Report del 2015:

“I tre gruppi più colpiti dal 2006 sono la comunità ebraica, la comunità nera e quella LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali). Nel 2015, i gruppi più perseguitati sono la comunità ebraica, seguita dalla comunità LGBT e da quella musulmana. Nel 2015, i tre reati penali più diffusi motivati dall’odio e dal pregiudizio sono: danni all’altrui proprietà, aggressioni e vessazioni criminali. La comunità musulmana è quella in cui è stato registrato un maggior numero di casi di vessazione”.

Secondo i dati nazionali più recenti, tra il 2011 e il 2013 i musulmani canadesi sono stati vittima di crimini d’odio: 15,1 casi ogni 100.000 persone. Nella comunità ebraica canadese si sono verificati 185,4 episodi di odio razziale ogni 100.000 persone. Questo significa che gli ebrei sono stati presi di mira 12 volte di più rispetto ai musulmani.

Non solo i politici canadesi sono apertamente indifferenti a questo, nonostante la persistenza del problema, ma nessuno – né i media né i politici – si è preso la briga di chiedersi se esista una connessione significativa fra l’odio virulento nei confronti degli ebrei che viene predicato nelle moschee e il numero elevato di crimini motivati dall’odio contro gli ebrei. Piuttosto, l’intero parlamento canadese si preoccupa di condannare “l’islamofobia”.

Judith Bergman è avvocato, scrittrice, editorialista e analista politica.


[1] “O Profeta, ti abbiamo reso lecite le spose alle quali hai versato il dono nuziale, le schiave che possiedi che Allah ti ha dato dal bottino…” – Corano, Sura 33: 50.

[2] “Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse…” – Corano, Sura 4: 34.