“Il mio pensiero è che aiuta a trovare un lavoro avere delle esperienze, sapere delle cose, saper fare delle cose, saper stare insieme agli altri. Uno può sapere a memoria una materia come la storia, ma essere in difficoltà”. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti – dopo la tempesta di polemiche abbattutasi su di lui per il suo intervento in una scuola bolognese, questa settimana, in cui aveva spiegato agli studenti l’importanza di tenere buone relazioni sociali, al punto che magari è più facile trovare lavoro con un partita di calcetto piuttosto che mandare curricula – sempre dal bolognese, al congresso della Cisl a Castel San Pietro, chiarisce la sua affermazione approfondendo il discorso.
“Considero il tema della formazione, dell’alternanza scuola-lavoro, della capacità di tenere insieme il sapere e il saper fare, il sapere e l’essere, un tema importante” spiega. Durante il congresso Poletti ha ricevuto l”improvvisata’ di un giornalista delle Iene (il programma televisivo) che, alzatosi in piedi con un pallone in mano e in tenuta da calcetto nera, ha chiesto al ministro se è importante avere un amico per trovare un lavoro. Dopo un lungo momento di imbarazzo, Poletti ha deciso di uscire dalla sala e chiarire nuovamente il proprio pensiero davanti alla stampa. Alla fine ha anche fatto due passaggi col pallone con l’inviato delle Iene. Poletti ha spiegato di aver solo sottolineato, nell’ambito di un lungo discorso sull’esperienza di alternanza scuola-lavoro, che “è importante fare questa esperienza perché si conoscono delle persone, si imparano delle cose”. “Il mio pensiero – ha specificato – non è che è importante avere un amico per trovare un lavoro, ho spiegato agli studenti che l’alternanza aiuta a trovare un lavoro, ad avere dell’esperienza, a saper fare delle cose, a stare insieme agli altri”. “Uno può sapere a memoria la storia – ha proseguito il ministro – ma magari non lo prendono a lavorare se pensano che non sia in grado di stare in armonia in un gruppo di persone che devono lavorare insieme”.
“L’importante – ha detto ancora il ministro – è conoscere, sapere, ma è altrettanto importante avere una vita sociale, avere delle relazioni. Con i ragazzi in quella scuola ho parlato di volontariato, delle esperienze che possono fare, del servizio civile che abbiamo reso universale nel nostro Paese per 50 mila giovani che potranno farlo qui: da questo punto di vista credo che la discussione vada fatta in questi termini, del come facciamo in modo che i giovani italiani abbiano tutte le caratteristiche migliori per avere un’opportunità di lavoro”. Durante l’intervento del ministro, entrato evitando la porta principale, i giornalisti erano stati invitati a lasciare la sala per la parte finale dei lavori, subito dopo, però, sono arrivati i giornalisti delle Iene e Poletti è uscito dalla sala per parlare con loro. ADNKRONOS