Augusto Minzolini ha presentato in mattinata al Senato la sua lettera di dimissioni da parlamentare. Ora le sue dimissioni dovranno essere accettate o meno dall’Assemblea di Palazzo Madama. Minzolini, condannato con sentenza passata in giudicato per peculato, era stato ‘salvato’ dall’Aula di Palazzo Madama lo scorso 16 marzo. Toghe rosse; Minzolini condannato dal giudice ex sottosegretario di Prodi
“Oggi mi sono dimesso. Sono andato stamattina e ho presentato la lettera. Perché sono una persona seria e non prendo lezioni da altri. La lettera l’ho presentata alla Presidenza del Senato”, ha detto Minzolini a L’aria che tira su La7.
Minzolini, che in Aula aveva dichiarato “di essere pronto a bere la cicuta”, aveva annunciato comunque una sua lettera di dimissioni. ANSA
Minzolini, ingaggiato dalla Rai, pretese che nel contratto fossero inserite alcune agevolazioni, le stesse di cui aveva goduto all’epoca in cui egli era dipendente del giornale torinese: per esempio, una (carta di credito senza l’obbligo di rendicontazione. Tali agevolazioni gli furono accordate, tant’è che per 18 mesi nessuno contestò le spese (65mila euro in totale) dell’allora direttore. Poi, chissà perché, scattò la denuncia. E si andò in giudizio. Che IN PRIMO GRADO fu di assoluzione. Da segnalare che anche la Corte dei conti nonché l’Ordine dei giornalisti non ravvisarono alcuna scorrettezza nel suo comportamento.
Da notare che Augusto, per non saper né leggere né scrivere, restituì quei 65mila euro, e che la Corte dei conti ingiunse alla Rai di restituirglieli. Chi ci capisce qualcosa è bravo. Noi ci limitiamo a osservare che i famosi tre gradi di giudizio, anziché garantire il cittadino, in realtà lo sottopongono a una tortura e al rischio di ignorare fino all’ultimo giorno di che morte morirà.