Tentato stupro a Bagnoli, ecco chi è il “richiedente asilo” Efe Jerry Ogboru

Scrive Luca Zaia su facebook:

Ecco chi è l’immigrato che ha tentato di usare violenza a una donna che praticava jogging nei pressi del centro di accoglienza di Bagnoli. Un profugo costui? Uno che scappa da guerra, morte e fame? O non, invece, un delinquente bello e buono che sfrutta l’incapacità italiana di far rispettare la legge e l’ordine? Quanti come lui in giro per il Veneto? Giudicate voi…

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Auto, parolacce e sfottò: la vita ribelle del sedicente profugo su Facebook

(Corriere del Veneto) Facebook sarà anche una vetrina che racconta una verità parziale, ma c’è da dire che Efe Jerry Ogboru ha gettato in pasto ai social la sua metà più discutibile. Nella bacheca virtuale, che fonti qualificate confermano essere quella dell’arrestato, lo stesso Efe Jerry mette in fila una serie di frasi che mostrano strafottenza, arroganza, spregio delle istituzioni e una smodata e ostentata ricerca della bella vita ad ogni costo. Non che altri suoi coetanei italiani siano esenti da certe cadute di stile, e non è certo un reato dichiarare apertamente di essere solo alla ricerca di soldi e bella vita. Ma in contesti come questi, e con un sospetto di stupro con molte prove, ci sono parole che pesano come macigni

Oltre alle parolacce, un altro grande protagonista delle frasi su facebook è Dio. Come il 9 gennaio quando appoggiato ad una macchina gialla, con i soliti occhiali da sole, canottiera e muscoli in mostra, dice: «Non vergognarti mai di quello che hai fatto perchè Dio userà la tua storia per la sua gloria ». Il richiamo a Dio è forte tanto quanto il bisogno di apparire affermato, arrivato. Cosa che fa quando si veste come un rapper, indossa collane e gioielli, o cappelli alla moda immerso nella neve, vicino a macchine di lusso. Il linguaggio del corpo è quello di un ragazzo che vuol dimostrare di aver raggiunto, in Italia, il suo stato di grazia.

Le foto postate girano il mondo, arrivano forse anche ai suoi familiari. Non ci sono immagini che lo ritraggono nel centro di accoglienza di Bagnoli, dove pure passa gran parte del giorno. Le foto sono quelle dei momenti liberi passati in un bar di Conselve con altri suoi amici o con alcuni parenti, come la cugina che indossa un trucco troppo pesante per la sua età. «Sono pronto per qualsiasi cosa tu credi folle», è l’ultimo messaggio. È lo scorso 10 marzo.