Il compagno Benigni, show al Quirinale: “Parlo a nome del Pci”

Roberto Benigni mattatore della cerimonia per i David di Donatello al Quirinale. “Sono qui come portavoce del Partito del cinema italiano, del Pci. Ha tutta la mia stima – ha detto Benigni rivolto al Presidente della Repubblica – per il suo stile. Se fossi presidente vorrei somigliarle: avrei fatto pure io una nuova legge elettorale, il Benignellum!”

Benigni è stato introdotto da Giuliano Montaldo, presidente ad interim dell’Accademia dei David, dopo la scomparsa di Gian Luigi Rondi, il cui ricordo è stato accolto con una standing ovation. “Quest’anno un premio speciale / detto Montaldo- è stato attribuito a un uomo che ha saputo farci sognare: mi permetta signor presidente di presentarle Roberto Benigni”, ha detto Montaldo, che prima di lasciare la parola a Benigni ha voluto ringraziare il ministro Dario Franceschini “per essere sempre, attivo e competente, accanto al nostro mondo”.

Così un pirotecnico Benigni ha preso la parola, interrotto più volte da applausi a scena aperta, unendo al suo discorso bello e ispirato sul cinema l’ironia sull’attualità (“ieri è entrata l’ora legale, una delle poche cose legali rimaste in Italia”).

Benigni ha premesso subito di non volere chiedere niente a nome della categoria: “Gli artisti non hanno diritti hanno solo doveri. Non voglio sentire parlare di crisi. Il cinema non è mai stato così in salute”, ha sottolineato Benigni prima di ricordare che il mondo del cinema è tutelato da ben tre articoli della Costituzione: “L’articolo 9, l’articolo 21 (“un articolo che ci ha liberato dalla paura di pensare”) e il 33, tre articoli meravigliosi di cui siamo grati alle nostre madri e ai nostri padri costituenti”. Poi, dopo aver ricordato alcuni dei più grandi registi della storia del cinema, da Rossellini a Fellini, Benigni ha parlato del cinema come veicolo di “felicità” e antidoto a “questo mondo basato sull’ignoranza e sul conformismo, in cui nessuno sa più chi è”.

“La perdita d’interesse per il cinema è una perdita di felicità – ha detto Benigni – senza ci rimangono solo i corpi… il 2000 tanto atteso si è rivelato il secolo dei corpi… Dobbiamo fermarci e permettere alle nostre anime di raggiungerci”, ha detto Benigni suscitando un enorme applauso.

“Il cinema fa bene alla salute: uno dovrebbe andare in farmacia e pendere 5 milligrammi di ‘8½’…”, ha concluso Benigni prima di salutare Mattarella e ricevere la standing ovation di tutta la platea di addetti ai lavori presenti al Quirinale. ADNKRONOS