E’ stato rivisto al ribasso il bilancio dell’attacco di Londra – secondo la polizia i morti sono tre oltre all’attentatore – mentre le forze dell’ordine britanniche hanno effettuato un raid a Birmingham e in altre località arrestando sette persone. La polizia, intanto, continua per il momento a non rivelare l’identità dell’attentatore per non compromettere le indagini. “Siamo presenti in massa nelle zone nevralgiche della città per rassicurare i cittadini, vogliamo dimostrare a tutti che possono tornare tranquillamente alla loro vita, ci siamo” ha aggiunto il vicecommissario della polizia Mark Rowley.
“Terrorismo islamico”: è questa la pista principale seguita dagli inquirenti britannici, dopo l’attentato di ieri al Parlamento britannico, nel giorno del primo anniversario della strage di Bruxelles. La polizia di Londra ha aggiornato il bilancio: tre persone sono morte e almeno 40 sono rimaste ferite, tra cui un’italiana.
L’attacco è stato compiuto da un uomo vestito di nero, che ha lanciato un suv contro la folla sul ponte di Westminster, di fronte al Big Ben, prima di pugnalare a morte un agente di polizia per poter fare irruzione in Parlamento. L’aggressore, armato di due coltelli, è stato ucciso da un altro poliziotto in borghese.
L’identità dell’attentatore, che ha agito da solo, non è stata ancora rivelata, ma la polizia di Londra e l’antiterrorismo hanno fatto sapere di esserne a conoscenza. In un primo momento era circolato il nome di Trevor Brooks, noto anche come Abu Izzadeen, imam di Clapton e considerato un predicatore d’odio e noto all’intelligence del Regno unito sin dal 2006. Questa ipotesi però è stata successivamente scartata dalle autorità britanniche.
“Non voglio fare commenti sull’identità dell’assalitore, ma privilegiamo la pista islamista”, ha dichiarato il comandante dell’antiterrorismo Mark Rowley.
“Ogni tentativo di attentare ai nostri valori, alla nostra libertà, alla nostra democrazia, è destinato al fallimento. Non permetteremo alle voci della violenza di sconfiggerci”, ha detto la premier britannica Theresa May, nella sua prima dichiarazione pubblica dopo l’attentato di Westminster davanti al numero 10 di Downing Street, rendendo un caloroso omaggio all’operato delle forze dell’ordine. askanews