“Entro la metà di maggio” la consegna alla Libia delle prime motovedette libiche che l’Italia ha in custodia dal 2011, poi l’allestimento di campi di accoglienza nei paese africano con l’obiettivo del “pieno rispetto dei diritti umani” e il coinvolgimento anche per questo di Ong organizzazioni internazionali come l’Oim e l’Unhcr, ONU (Le migrazioni di massa e l’ente miliardario che le “promuove” (Oim)
Queste le tappe principali del “percorso deciso insieme” a Roma in occasione della riunione del gruppo di contatto per la rotta migratoria del Mediterraneo centrale tra i Paesi europei e nordafricani, alla quale hanno preso parte il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, i ministri dell’Interno di sette Paesi Ue, il ministro dell’Interno della Tunisia Hedi Majdoub, il primo ministro del Governo di accordo nazionale della Libia, Fayez Mustafa al-Sarraj, i ministri dell’Interno e degli Esteri libici, Elaref Elkhuja e Mohamed Taha Siyala e il Commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos.
A delineare la strategia, al termine dei lavori, il ministro dell’Interno Marco Minniti insieme al commissario europeo Avramopoulos. Quest’ultimo ha riconosciuto che “il nostro Paese è stato sottoposto a una pressione fortissima” sotto il profilo dei flussi migratori illegali ma ha voluto rassicurare (vaneggiare, ndr) sul fatto che “l’Italia non è sola, l’Unione europea è al suo fianco. La sfida con cui ci si confronta non è europea o africana, è globale e condivisa”.
Nel corso del meeting, “impreziosito – ha rilevato Minniniti- dalla presenza di Gentiloni e Sarraj”, è stato fatto il punto “sulla stabilizzazione della Libia e la lotta ai trafficanti di esseri umani”. In questo senso, “cruciale è il controllo delle acque territoriali” ed è per questo che l’Italia si è impegnata nell’opera di formazione e addestramento della nuova guardia costiera libica.
“Nessuno ha in tasca la soluzione del problema – ha osservato il responsabile del Viminale- ma oggi è stata manifestata la comune volontà di governare l’immigrazione illegale, senza subirla o inseguirla e tenendo presente che qualsiasi politica di integrazione ha un limite nella capacità di accoglienza. Integrazione e accoglienza, due parole che devono andare di pari passo”.
Per gestire il fenomeno dell’immigrazione irregolare dal Nord Africa “serve un forte impegno di solidarietà” ma bisogna allo stesso tempo pensare “a investimenti molto significativi”, ha poi aggiunto Minniti, a conclusione della prima riunione del gruppo di contato dei Paesi europei e africani sulla rotta del Mediterraneo centrale, ricordando che l’Italia ha già da tempo impegnato la somma di 200 milioni per assicurare un meccanismo di gestione globale del fenomeno. Minniti ha manifestato la propria soddisfazione perché i Paesi europei e nordafricani che hanno costituito il gruppo di contatto “hanno trovato non solo un accordo, ma anche uno spirito positivo, un comune sentire che è particolarmente importante su questo argomento”.
Con Minniti, presente alla conferenza finale del vertice il commissario europeo per le Migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza, Dimitris Avramopoulos, che ha precisato che, dei 200 milioni complessivi finora impegnati dalla Ue, 12,2 saranno impiegati per la formazione e le attività della Guardia costiera libica e 90 milioni per le strutture sul territorio, compresi i campi di accoglienza che verranno allestiti nel Paese africano in collaborazione con le principali Ong. ADNKRONOS