Asset Banca: Barbara Tabarrini e le regole della menzogna imperfetta

Diverte, si fa per dire, leggere l’ex Direttore Generale di Asset Barbara Tabarrini che dichiara pubblicamente e a mezzo stampa (tramite i soliti compiacenti organi di informazione del Titano, la “loro” La Tribuna su tutti) :

“Sono fiduciosa che le Istituzioni prendano atto del fatto che abbiamo sempre agito nel pieno rispetto della normativa

quando oramai anche i sassi in Asset e in BCSM sanno che al Tribunale unico in Cancelleria penale, esiste una recente archiviazione per sopraggiunta decadenza dei termini (del resto con cinque anni di indagini preliminari è facile che qualcosa si prescriva. Sic.) da parte del Commissario della legge Morsiani, nelle cui motivazioni si legge testuale:
a questo proposito, va osservato come proprio nel reciproco vantaggio determinato dall’allargamento della clientela perseguito con la collaborazione tra RUGHI e Banca Commerciale Sammarinese abbia trovato ragione il riscontro di lacune nel sistema di vigilanza e controlli interni che appare emergere a fronte dell’operatività di XXXXX, tenuto conto dei marcati indici di inadeguatezza che la stessa evidenzia.”
Qualcuno potrà obiettare che Asset con i comportamenti di Banca Commerciale Sammarinese non ha nessuna relazione.
Purtroppo per Asset, l’onesta Tabarrini e la gestione tutta della questione BCS dal 2012 a oggi, non è così.

Ciò in quanto nel 2012 (ovvero quando Asset si “fece carico” delle pendenze di BCS grazie alle garanzie sul credito d’imposta concessele dall’allora Governo in carica) e successivamente, nessuno in Asset si premurò di avvisare Banca Centrale delle gravi violazioni commesse da BCS (già note per via degli esposti a BCSM e soprattutto per la denuncia penale sulla testa proprio Direttore Generale) in relazione alla Legge Sammarinese sul riciclaggio e l’antiterrorismo, né sulle violazioni e/o gravi negligenze della dirigenza tutta che come si vedrà più avanti NON POTEVANO NON SAPERE.

Non solo, ma addirittura il Vice direttore generale di BCS, Paolo Droghini (insieme al suo successore Valerio Benvenuto e a tutti i cda di allora, tra i principali responsabili delle mancate comunicazioni a BCSM di quanto commesso in BCS nei confronti di cliente italiana. Lo stesso Droghini che ha avuto il coraggio di querelare il direttore di questa testata!), che dopo l’acquisizione passò a fare il Direttore Generale di Asset (dove, sapendolo già “affondabile” e “affondato” chissà cos’altro gli avranno fatto firmare? verrebbe da pensare se uno fosse malizioso), secondo quanto evidenziato dal Commissario della Legge e considerato quanto agli Atti depositati pressi il Tribunale Unico, è molto probabilmente responsabile diretto anche di occultamento e falso (reiterati a tutt’oggi).

Ma non basta, perché ricordo che quando due giornaliste del Fatto Quotidiano posero dei quesiti su quanto accaduto in BCS ai funzionari di Asset, ricevettero una risposta sostanzialmente intimidatoria da parte dell’ufficio legale della Banca per mail del dott. Giacomo Ercolani in nome e per conto dell’Istituto (in calce all’articolo il testo evidenziato nei passaggi salienti) il quale occultava sapendo di occultare visto appunto quanto ora agli Atti, e mentiva sapendo di mentire, da cui il peso maggiore delle velate minacce di cui sopra.

Ciò illustrato chi scrive si pone a questo punto una domandona:
come farà ora il prode Giacomo Ercolani e come farà il suo protetto ex direttore generale Asset Droghini visto che dagli Atti risulta chiaro e limpido che i vertici Ercolani compreso, hanno mentito sapendo di mentire? (A questo proposito ricordo “incidentalmente” al simpatico Ercolani una delle dichiarazioni dell’ex DG in memoria difensiva: “La prassi operativa interna a Banca Commerciale Sammarinese (e, si immagina, ad ogni altro istituto di credito) prevedeva che il funzionario che riceveva l’ordine appurasse l’effettiva esistenza della delega nella procedura informatica della Banca ed, in caso affermativo, desse corso all’operazione, ovviamente senza alcuna possibilità di interferire sul merito della stessa.”)

Già perché il Commissario della legge, dai dovuti controlli sul sistema informatico della Banca e sui registri cartacei evidenzia che
A) “Si richiama quanto già anticipato nella nostra precedente e si forniscono i seguenti ulteriori elementi: sul sistema informatico non risultano deleghe a favore di XXXXXXX. L’unica rinvenuta è quella rilasciata dalla DSM INVEST (XXXX è stato amministratore unico della società) “

B) “Si conferma che non è stata rinvenuta documentazione relativa alla richiesta e/o pratica di fido a nome della G. (facilitazione di euro 400.000 inserita e convalidata sul sistema informativo in data 21/07/2015). L’affidamento erogato non risulta iscritto neppure sull’ulteriore libro fidi esaminato e denominato “libro fidi delibere nell’ambito delle deleghe conferite”. Non è stato possibile risalire al nominativo dell’utente che ha modificato/azzerato le commissioni per massimo scopeito

Quindi, tornando all’iniziale dichiarazione della Dott.ssa Tabarrini “abbiamo sempre agito nel pieno rispetto della normativa”, domando:
ma come fa la Dott.ssa Tabarrini a non sapere che il “falso ideologico” è un reato grave e che lo è ancora di più quando si commette con dolo e che diventa reato odioso quando tenta maldestramente di coprire reati finanziari a danno della collettività?
Come fa a non capire come certe dichiarazioni siano, quantomeno, fuori luogo visto quanto agli Atti (che non può non conoscere visto che è direttamente coinvolta in quanto ex DG), soprattutto se questi sono stati commessi addirittura a danno della Repubblica che, grazie al comportamento menzognero, delittuoso e irresponsabile della Dirigenza Asset tutta, con ogni probabilità si troverà a risponderne economicamente, con conseguente danno su un Erario decisamente sotto pressione di questi tempi e sui soliti vessati cittadini sammarinesi.
Come fa a non capire che (se poi questi sordidi e vili reati sono stati commessi nei confronti di un privato cittadino, il quale ovviamente per far valere le sue ragioni si trova invischiato in un duello legale paragonabile a quello di Davide contro Golia, ma alla fine risulta poi quanto agli atti), in quanto Direttore Generale si verrà ritenuti probabilmente responsabili di occultamento e falso reiterato (anche in questa improvvida ultima dichiarazione)?

Misteri della mente bancaria.

Stefano Davidson

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Nota:

Testo corrispondenza IL Fatto Quotidiano con Ufficio Legale Asset:

Da: XXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
Data: 22 febbraio 2013 12.47.00 GMT+01.00
A: g.ercolani@ab.sm
Cc: YYYYYYYYYYYYYYYYY
Oggetto: Domande dal XXXXXXXXXXXXXXX
Egregio dottor Giacomo Ercolani, in riferimento all’autorizzazione datata 25 gennaio 2013, e sottoscritta dalla signora XXXXXXXXXXXXXXXXXX, in cui si autorizza la banca a rispondere alle domande dei cronisti del XXXXXXXXXXXXXXX, le inviamo come da richiesta telefonica del 22 febbraio 2013, le seguenti domande:
La signora lamenta un utilizzo improprio del denaro depositato in un conto corrente aperto nel 2005 presso la Banca Commerciale di San Marino. Come evidenziato nell’esposto denuncia datato 3 agosto 2011, nello specifico, sarebbero stati fatti investimenti ad alto rischio senza le firme della correntista e senza, come sostiene, le necessarie deleghe. Dal suo punto di vista, che cosa è successo?
Da documentazione fornita dalla denunciante la Banca Commerciale di San Marino ha tentato un’azione conciliatoria rinunciando a 80.000 euro di esposizione debitoria della signora, e proponendo 20.000 euro di rimborso spese. Questa azione come va interpretata?
Ci sono in corso attività di verifica e di eventuale risarcimento del presunto danno lamentato dalla signora, oppure si attende la conclusione dell’iter giudiziario avviato dopo la presentazione dell’esposto?
Ringraziandola della collaborazione, le porgiamo
Cordiali saluti
XXXXXXXXXXXXXXXXX
YYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY

La risposta a tali più che comprensibili domande giunse in questi termini:

Da: “Giacomo Ercolani – Ufficio Legale Asset Banca S.p.A.” <g.ercolani@ab.sm>
Data: 01 marzo 2013 16.06.54 GMT+01.00
A: “XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX>
Cc: “XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX>
Oggetto: Re: Domande dal XXXXXXXXXXXXXXX
Gentilissime,
devo sottolineare, con un certo rammarico, che non mi appaiono rispettati alcuni principi cardine del codice deontologico della professione di giornalista: viene, infatti, chiaramente infranto l’obbligo di non assunzione di incarichi in contrasto con l’esercizio autonomo della vostra professione; viene infranto allo stesso tempo l’obbligo di verifica delle fonti; viene utilizzata – fino a prova contraria – senza autorizzazione una corrispondenza riservata tra professionisti; viene, infine, soprattutto minacciata la pubblicazione di presunte difficoltà della scrivente banca a rispondere alle domande tendenzione poste con il vostro messaggio di posta elettronica. Vi invito caldamente, quindi, a riconsiderare i criteri di produzione di quelle che sono le notizie che dovrebbero portare la vostra firma in calce, immaginando un sistema di raccolta delle informazioni più rispettoso dei generali principi di conduzione della vostra professione e, incidentalmente, della legge. Nell’ottica di un rapporto trasparente con le controparti interessate, rivolgo, vostro tramite, alla vostra “assistita” invito a presentarsi direttamente alla scrivente banca per ogni informazione occorresse, riservandoci fin d’ora ogni tutela nelle sedi più opportune.
Cordiali saluti
Giacomo Ercolani
Asset Banca S.p.A.