Mafia Capitale, Buzzi: Coratti chiese 100mila euro per far approvare una delibera

“Io mi sto assumendo le mie responsabilità. Sono pronto a denunciare tutto. Aspetto il controesame degli avvocati dei miei coimputati. Uno ad uno. Non ho paura di niente. C’è un vincolo di omertà che lega loro, i politici, non noi”. Così ha detto Salvatore Buzzi nel corso del suo interrogatorio all’udienza del processo ‘Mafia Capitale’ che si sta svolgendo nell’aula bunker del carcere di Rebibbia.

Buzzi, in collegamento video dal carcere di Tolmezzo, ha ribadito le accuse al sistema della politica. Mirco Coratti “chiese 100mila euro per fare approvare la delibera sul debito fuori bilancio a favore per le cooperative. Si trattava di denaro da dare in chiaro. Cinquantamila euro per Coratti e cinquantamila per D’Ausilio. Praticamente era quasi l’1% della delibera da 11 milioni di euro”.

Buzzi riguardo al presunto “accordo corruttivo” ha poi sottolineato: “Ci siamo rivolti a Coratti perché era presidente del consiglio comunale. Era il nostro riferimento. Ozzimo era assessore alle politiche abitative e non ci seguiva minimamente”. Qualche tempo più tardi, riprende Buzzi, “mi chiama anche Giansanti, capogruppo della lista Marino, e mi dice ‘e io?’ Si era sparsa al voce dei 100 mila euro”.

“L’otto agosto del 2014, mi chiama di nuovo Giansanti -racconta Buzzi- e mi dice che se non do 15mila euro a lui e 15 mila euro al presidente della commissione bilancio Ferrari, la delibera non passa in commissione”. Il denaro per Coratti e D’Ausilio sarebbe uscito in chiaro, ha spiegato Buzzi, mentre quello per Giansanti e Ferrari sarebbe stato in nero. “Alla fine non abbiamo pagato nessuno, perché ci hanno arrestato”, ha continuato Buzzi. ASKANEWS

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